Lettera a una nipote: un addio commoventeMatilda, mia cara,
ti scrivo questa lunga lettera a pochi giorni dal mio novantaduesimo compleanno, mentre tu hai quasi quattro anni e ancora non sai cosa sia l’alfabeto. Spero che tu possa leggerla nel pieno della tua giovinezza.
Ti scrivo alla cieca, sia in senso letterale sia in senso figurato. In senso letterale perché negli ultimi anni la vista mi ha letteralmente abbandonato. Ora non posso più né leggere né scrivere, posso solo dettare. In senso figurato perché non riesco a immaginarmi quale sarà il mondo fra vent’anni. […] Ma perché sento il bisogno di scriverti?
Rispondo alla mia stessa domanda con una certa amarezza: perché ho piena coscienza, per raggiunti limiti di età, che mi sarà negato il piacere di vederti maturare di giorno in giorno, di ascoltare i tuoi primi ragionamenti, di seguire la crescita del tuo cervello. Insomma, mi sarà impossibile parlare e dialogare con te.
Allora queste mie righe vogliono essere una povera sostituzione di quel dialogo che mai avverrà tra di noi.

Crediti
 Andrea Calogero Camilleri
 Ora dimmi di te
  Lettera a Matilda
 SchieleArt •   • 




Quotes per Andrea Calogero Camilleri

Era l'insonnia della vecchiaia, quella che notte dopo notte ti condanna a stare vigliante, a letto o in poltrona, a ripassarti la tua vita minuto per minuto, a ripartirla sgranandola come i grani di un rosario.

Bisogna guardare la tv portandosi appresso un paracqua ideale che permetta al nostro cervello di restare asciutto e lucido, di non inzupparsi di tutte le informazioni distorte, contraffatte, alterate, finalizzate che ci vengono propinate.

Stiamo educando una gioventù all'odio. Stiamo perdendo la misura il peso della parola. Le parole sono pietre. possono trasformarsi in pallottole e bisogna pesare ogni parola che si dice per far cessare questo vento dell'odio. Da quando non vedo più, tutto mi é più chiaro, in questo momento storico è una fortuna esser ciechi. Voglio morire con la speranza che si possa vivere in un mondo di pace. Il futuro è nelle mani dei giovani, non disilludetemi!

Le memorie, si sa, sono come le cirase, una se ne tira appresso un'altra, ma ogni tanto s'intromettono nella fila ricordi non richiamati e non piacevoli che fanno deviare dalla strada principale verso viottoli scuri e lordi dove come minimo s'infangano le scarpe.

Fatevi condizionare il meno possibile da una società che finge di darci il massimo della libertà.


Riferimenti