Sono contento, cari ragazzi, che non abbiate mai sentito il desiderio di fare politica. Ma non ne sono sorpreso. L’ambiente familiare nel quale siete cresciuti non poteva spingervi alla ricerca del potere. Non dico, con questo, che il potere sia di per sé detestabile. Fa parte dei giuochi della vita, e non dei più sciocchi. Ma bisogna intendersi sul suo significato. Per molti, il fascino del potere consiste nella possibilità di influire sulla vita degli altri; in una parola, nella possibilità di comandare. A mio giudizio, questa è tuttavia la parte più fastidiosa del potere, la più volgare, se non la più odiosa. Voi sapete che ho sempre cercato di ridurre al minimo i miei interventi su di voi, perché ritengo che ciascuno, compresi i miei figli, debba esser libero di vivere la sua vita, e di cercare la felicità a modo suo. Perfino il timore che qualcuno agisca in una determinata maniera per compiacermi, e non per sua preferenza, riesce a turbarmi.
È poi vero che le nostre azioni incidono spesso, senza che lo vogliamo, sulla vita del prossimo; ma questa è una realtà di cui mi rammarico.
Il fascino del potere è un altro: è la facoltà di decidere. La nostra esistenza si arricchisce quando siamo in grado di prendere decisioni. Kierkegaard afferma che esistiamo in quanto scegliamo, e scegliere significa appunto decidere. Ora, è chiaro che facoltà decisionale e potere coincidono: più si sale nella scala gerarchica, più si decide. Il generale decide più spesso del suo attendente. In questo senso, ma soltanto in questo, vale la pena di fare carriera: la vita di un capo è più ricca, più intensa, più stimolante di quella del subordinato. Purché il capo, e questa è una condizione importante, anzi essenziale, sia capo davvero, sia cioè libero di decidere di testa sua. In questa accezione, potere equivale a libertà.
Le regole del gioco: piccola filosofia ad uso personale
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La malattia mortale di Søren Kierkegaard:
Kierkegaard esplora il concetto di disperazione e l’importanza della scelta personale nella costruzione del sé. Questo libro offre una base filosofica per comprendere l’idea che l’esistenza si arricchisce attraverso le decisioni.
Il concetto dell’angoscia di Søren Kierkegaard:
In questo saggio, Kierkegaard analizza l’angoscia esistenziale legata alla libertà di scelta. Le sue riflessioni aiutano a comprendere come il potere di decidere sia fondamentale per la realizzazione personale e la libertà, in linea con il discorso sulla gerarchia e il comando.
La condizione umana di Hannah Arendt:
Arendt esamina la natura del potere, dell’azione e della libertà nella vita umana. Il libro offre una prospettiva sulla relazione tra potere decisionale e libertà individuale.
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