«Libertà, libertà...»
— Abbandonarsi ai propri istinti in tempi come i nostri, è una fatalità di più. Questi istinti si contraddicono, si urtano e si distruggono reciprocamente. La definizione del moderno mi pare essere la contraddizione fisiologica di sé. La ragione dell’educazione esigerebbe che, sotto una ferrea costrizione, uno almeno di quei sistemi di istinto fosse paralizzato, per permettere ad un altro di manifestare la sua forza, di divenire vigoroso, di diventare padrone. Oggigiorno non si potrebbe rendere l’individuo possibile che circoscrivendolo: possibile, cioè intero… Ha luogo il contrario, la pretesa all’indipendenza, allo sviluppo libero, al lasciare andare è sollevata con grande calore, precisamente da coloro per i quali nessuna briglia non sarebbe assai severa — questo è vero in politicis, questo è vero in arte. Ma questo è un sintomo di decadenza: la nostra idea moderna della «libertà» è una prova di più della degenerescenza degli istinti.

Crediti
 Friedrich Nietzsche
 Il crepuscolo degli idoli
  Oziosità inattuali
 Pinterest •   • 




Quotes per Friedrich Nietzsche

È essenzialmente un dispositivo di difesa e (sopratutto) di offesa. È un meccanismo con cui si è cercato (con successo) di facilitare il dominio dell'uomo sull'uomo: nelle due varianti dell'annichilamento del 'debolè da parte del forte' e dell'indebolimento/condizionamento del forte da parte del debole.

In primo luogo dai sensi viene ogni cosa degna di fede, ogni buona coscienza, ogni aspetto della verità.

La sensualità spesso affretta la crescita dell'amore così che la radice rimane debole e facile da strappare.

Chi raggiunge il proprio ideale, proprio con ciò lo oltrepassa.

Pensieri sui pregiudizi morali  Soffrire moralmente e poi sentirsi dire che in questo genere di sofferenza c'è, al fondo, un errore, questo indigna. C'è anzi un così singolare conforto nel dir di sì col proprio soffrire ad un mondo della verità più profondo di ogni altro mondo, e si preferisce molto di più soffrire e in ciò sentirsi innalzati al di sopra della realtà (per la coscienza di avvicinarsi così a quel superiore mondo della verità), piuttosto che starsene senza dolore e quindi senza questo sentimento di superiore sublimità.  Aurora