L'importanza della figura di Sade
Confrontarsi con l’anomalo saggio La moneta vivente di Pierre Klossowski significa affrontare una delle scritture filosofiche insieme più profonde e perigliose della modernità. Il lavoro del traduttore e curatore Aldo Marroni è stato immenso, e ci permette di affrontare un pensiero labirintico, abissale, spaventosamente attuale. Scrittura diamantina e di incomparabile difficoltà quella di Klossowski, fa baluginare profondità e complessità da capogiro, la sua scrittura è filosofica proprio nella misura in cui recupera il thauma platonico, la meraviglia. Meraviglia per una scrittura all’altezza delle difficoltà cui ci pone innanzi la contemporaneità tardo industriale; oggi noi posteri di Klossowski potremmo quasi usare l’aggettivo post industriale. Punto primo a favore di Klossowski: egli riconosce l’importanza della figura di Sade, nella formazione di un pensiero filosofico sulla modernità. Il pensiero di Sade, il suo estremismo in seno a una economia dei corpi, si vede in filigrana in tutto il libro che va letto proprio a partire da Sade, su cui Klossowski ha scritto anche un saggio, Sade mon procaina. Riflessione sull’arte, sull’industria, sulla tecnica in quanto fabbricatrice di oggetti e di simulacri, sull’erotismo, sul fondo impulsionale che presiede anche l’economia, sul fantasma come prodotto e produttore di alienazione, sulla perversione come sovvertitrice dell’ordine economico fondato sull’utilità, sulle vedette dei media definite schiave industriali; il libro di Klossowski è un enigma di cui forse solo il futuro sarà all’altezza. Ogni mio compendio sarebbe insufficiente a darne conto. Il rischio di tradire il suo pensiero, anche semplicemente banalizzandolo, è molto forte. È un libro su cui bisogna meditare per anni se non decenni, e che come tutti i classici ti scava dentro prima un’immagine confusa poi via via più nitida. Qui si parla in sostanza, nota Marroni nella bella prefazione, di una economia sessuale, come in Bataille. Si ruota intorno ad alcuni concetti ma quello che mi ha colpito di più è racchiuso in questa frase: Niente nella vita impulsionale sembra veramente gratuito. Capirla sembra facile ma dietro di essa si agita un discorso tutt’altro che scontato, ed espresso con un linguaggio di grande potenza filosofica. Date le difficoltà, ogni lettura non può che essere, giocoforza, parziale. Anche rileggendolo il libro come uno scrigno custodisce i suoi segreti. Su tutte scelgo quest’altra citazione che esprime sinteticamente uno dei temi del saggio: le norme economiche sono, allo stesso titolo delle arti e delle istituzioni morali e religiose, allo stesso titolo delle forme della conoscenza, un modo di espressione e di rappresentazioni delle forze impulsionali. Il limite di quest’operazione è il rischio, non dico del solipsismo, ma che lo scrittore si rivolga solo a quegli happy few in grado di sintonizzarsi sul suo pensiero. Klossowski cerca di rovesciare le consuetudini delle nostre idee e ci mostra il processo in atto di disgregazione della famiglia, delle istituzioni di senso, dello stesso soggetto. Tutti danno per scontato, in certa misura, il pensiero economico, che invece è sottilmente forgiato, come ci dimostra Klossowski, dal fondo caotico delle emozioni umane. La moneta vivente appunto, libro di culto, che irradia pensiero. Non resta che meditarlo.

Crediti
 Pierre Klossowski
 La moneta vivente
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Quotes per Pierre Klossowski

Gli stati valetudinari…  Il nostro fondo non è scambiabile perché non significa nulla. E appunto perché, dietro a tutto, sussiste questa inscambiabilità, noi ci ripariamo con quello schermo che chiamiamo conoscenza, cultura, morale, e che è tutto basato sul codice dei segni quotidiani. Dietro lo schermo c'è il nulla, il fondo o il Caos o qualunque altra innominabile cosa che Nietzsche non osava pronunciare.  Nietzsche e il circolo vizioso

Quella del Sole non è un'azione volta a uno scopo: il fine utile del suo calore diffuso è irrilevante rispetto alla massa in eccesso di energia che viene sperperata: solo un'infima parte ha qualche «utilità», qualche «senso», un «fine»

Riabilitare la demonologia per me è prima di tutto stabilire una patofania veritiera, che sia insieme metodo e contestazione. Il carattere teatrico della teologia derivava dalla sua credenza nell'anima umana come luogo abitato da potenze esteriori autonome. Ovvero una topologia mentale, il pathos concepito come un topos. Affinché l'artista raggiunga i suoi scopi, ottenga l'effetto che ricerca, bisogna che egli mantenga l'ipotesi di un universo demonologico analogo a queste forze che lo abitano, e che egli tratti ogni movimento della sua anima come correlativo a qualche movimento demonico.  La Rassomiglianza

Il corpo è il risultato del fortuito: è solo il luogo d'incontro di un insieme di impulsi individuati nell'intervallo costituito da una vita umana, impulsi che aspirano solo a disindividuarsi.

Nel momento in cui l'essere umano avrà superato e dunque ridotto la perversione esterna, vale a dire la mostruosità dell'ipertrofia dei bisogni, ed ammetterà al contrario la propria perversione interna, vale a dire la dissoluzione della sua unità fittizia, una concordanza s'instaurerà tra il desiderio e la produzione dei suoi oggetti in una economia razionalmente stabilita in funzione dei propri impulsi; dunque una gratuità dello sforzo corrisponderà al prezzo dell'irrazionale.  La moneta vivente