Così, per quanto il Moralismo cambi veste, la sua essenza rimane sempre la stessa: la subordinazione dell’individuo ai fini del gruppo sociale, e per mezzo di questo ai fini della Razza e della Specie. Eppure, che cos’è il gruppo sociale, se non un’astrazione? Che cos’è la Specie stessa, dal punto di vista di un darwinismo ben compreso, se non la risultante di un cumulo enorme di variazioni individuali? Sempre più, anche in biologia, il concetto della Specie scompare davanti al concetto dell’individuo. A buon diritto, dunque, l’immoralismo si libera dal giogo delle false teleologie e, con una rivoluzione analoga a quella di Copernico, rimette l’Individuo al suo posto, cioè al centro delle cose.
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