Nei tempi antichi, nell’invecchiamento, mentre si avvertiva nell’organismo una certa inerzia dovuta a processi metabolici, al sedimentarsi di sostanze organiche, si sentiva nascere e crescere fino a tarda età la vita dell’anima. A mano a mano che il corpo si inaridiva si sentiva che l’anima si liberava e lo spirito diventava più luminoso.
Oggi è molto raro che avvenga ciò che una volta successe all’università di Berlino. C’erano due filosofi, uno si chiamava Zeller, era il famoso grecista, l’altro si chiamava Michelet.
Zeller aveva settant’anni e voleva andare in pensione. Michelet aveva oltre novant’anni e dava le sue lezioni con incredibile energia. Eduard von Hartmann in persona, mi riferì che Michelet gli aveva detto: “Non capisco perché quel giovanotto non voglia più insegnare”.
Oggigiorno è raro che le persone si mantengano così giovani, ma una volta succedeva a chi si dedicava veramente alla vita spirituale.
Che cosa dicevano i giovani osservando un “patriarca”? Dicevano: “E’ una gran bella cosa invecchiare. Crescendo sempre più, si imparano tante cose che prima non si possono sapere”.
Ciò avveniva in maniera del tutto naturale. Come un bambino che gioca con un cavalluccio di legno desidera diventare grande per avere un cavallo vero, i giovani di allora desideravano invecchiare, perché si sapeva che solo in età avanzata potevano sorgere determinate conoscenze dalle profondità dell’anima che prima non era possibile cogliere.
L’invecchiare
Crediti
Quotes per Rudolf Steiner
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