L'ipocrisia dell'arte: critica alla falsità pittorica e al potere
Gli artisti sono i più ipocriti di tutti, addirittura più ipocriti dei politici, dunque gli artisti dell’arte sono ancora più ipocriti degli artisti dello Stato, così sento dire di nuovo da Reger. Infatti quest’arte si rivolge sempre all’Onnipotente e ai potenti, e volge le spalle al mondo, diceva spesso Reger, il che la rende infame. È un’arte miserabile e nient’altro, questa, mi sembra di sentire quel che Reger diceva ieri, e intanto lo osservo dalla Sala Sebastia-no. Perché i pittori dipingono dal momento che già c’è la natura? si chiedeva Reger ieri per l’ennesima volta. Eppure anche l’opera d’arte più straordinaria è solo un misero tentati-vo, completamente assurdo e vano, di imitare, o addirittura di scimmiottare la natura, diceva. Che cos’è il volto della madre di Rembrandt, da lui dipinto, di fronte al volto vero di mia madre? chiedeva ancora. Che cosa sono i campi lungo il Danubio che posso attraversare e insieme osservare, di fronte ai campi dipinti? dice-va. Non c’è niente per me di più rivoltante, diceva ieri, della raffigurazione pittorica del potere. Pittura di regime e nient’altro, diceva. Fissare, dice la gente, documentare, eppure in realtà, questo lo sappiamo, vengono fissate e documentate solo cose false e menzognere, solo le falsità e le menzogne vengono fissate e documentate, i posteri non avranno che falsità e menzogne appese alle pareti, ci sono soltanto falsità e menzogne nei libri che ci hanno lasciato i nostri cosiddetti grandi scrittori, solo falsità e menzogne nei quadri appesi a queste pareti. L’individuo che è appeso alla parete laggiù non sarà mai lo stesso individuo che il pittore ha ritratto, diceva ieri Reger. L’individuo che è appeso alla parete non è colui che ha vissuto, dice-va. Naturalmente, diceva, lei mi dirà che si tratta del punto di vista dell’artista che ha dipinto il quadro, e questo è vero, quantunque sia un punto di vista contraffatto, ovvero, se non altro considerando i quadri di questo museo, il cattolico punto di vista di Stato dell’artista del momento, perché tutto quanto è qui appeso non è altro che arte cattolica di Stato, e quindi, non posso fare a meno di dirlo, arte volgare per quanto formidabile, soltanto volgarissima arte cattolica di Stato. I cosiddetti Antichi Maestri, soprattutto quando se ne vedono molti uno accanto all’altro, e cioè quando se ne vedono le opere una accanto all’al-tra, si rivelano dei fanatici della menzogna che si sono procacciati i favori dello Stato cattolico conformandosi al gusto dello Stato cattolico, e che a questo Stato cattolico si sono venduti, così Reger. Poiché la situazione è que-sta, abbiamo inevitabilmente a che fare con una storia dell’arte deprimente e cattolica da cima a fondo, con una storia della pittura deprimente e cattolica da cima a fondo, che è sempre andata a scovare i suoi temi in cielo e all’inferno, mai però sulla terra, diceva. I pittori non hanno dipinto ciò che sarebbe stato loro dovere dipingere, ma soltanto ciò che sono stati incaricati di dipingere, oppure ciò che poteva promuovere la loro notorietà o procurare loro del denaro, diceva.

Riferimenti
Crediti
 Thomas Bernhard
 Antichi maestri
 SchieleArt •   • 




Quotes per Thomas Bernhard

Osservare ogni cosa che fallisce, […] la saggezza della putrefazione.

Mentre dunque io amavo Altensam come nient'altro, perché per me Altensam era sempre stata ed è familiare, come nient'altro al mondo, nello stesso tempo la odiavo come nient'altro, perché lì fin dall'inizio ero stato un corpo estraneo e tutta la mia vita, tutta la mia esistenza, la mia esistenza in via di estinzione, è sempre stata relativa a questa condizione, e quindi esposta a un logorio mostruoso delle mie capacità.  Correzione

Bisognerebbe prendere contromisure drastiche, perché non si mettano al mondo così tanti bambini. Tutti si lamentano che ce ne sono troppi, però poi si sovvenziona. Prima la gente fa i bambini e poi parla sempre delle preoccupazioni che procurano. Bisognerebbe tagliare le orecchie a tutti quelli che fanno dei figli.

La vita è sempre faticosa, finché non se ne esce.

Alla fine non proviamo più alcun piacere per l'arte, e nemmeno per la vita, ma questo è naturale, perché col passare del tempo abbiamo perso l'ingenuità, e con l'ingenuità la stupidità. Ma in cambio non abbiamo avuto altro che infelicità.