Lo scrivere non salva la vita, anche se permette a qualche suo istante di sopravvivere nelle parole, perché la vita non può riconoscere e ritrovare in esse la propria verità immediata, inesprimibile e fuggitiva. La vera letteratura non è quella che lusinga il lettore, confermandolo nei suoi pregiudizi e nelle sue insicurezze, bensì quella che lo incalza e lo pone in difficoltà, che lo costringe a rifare i conti col suo mondo e con le sue certezze.

Articoli ⋮ Elena Caruso ⋮ Linguaggio ⋮ Schiele Art ⊚
Barthes attraverso Il piacere del testo analizza le ragioni che spingono il lettore ad avvicinarsi ad un testo con un atteggiamento cannibalesco, quasi ne volesse divorare il tessuto, l’essenza. Cosa spinge il lettore a leggere fino a farsi del male! Fino⋯

Linguaggio ⋮ Vladimir Nabokov ⊚
È lui – il buon lettore, l’eccellente lettore – che ha salvato più e più volte l’artista dalla distruzione per mano degli imperatori, dei dittatori, dei preti, dei puritani, dei filistei, dei politici, dei poliziotti, dei direttori delle poste e dei pedan⋯

Articoli ⋮ Gianmarco Pinciroli ⋮ Linguaggio ⊚
Kafka e Beckett tra narratività e nichilismo Questo lavoro non è e non intende essere un contributo critico in senso stretto rispetto all’opera letteraria e drammatica di Beckett; intende, invece, provare a render conto di un’ipotesi interpretativa, circa ⋯

Antonio Gramsci ⋮ Linguaggio ⊚
Non si impara il latino e il greco per parlare queste lingue, per fare i camerieri o gli interpreti o che so io. Si imparano per conoscere la civiltà dei due popoli, la cui vita si pone come base della cultura mondiale. La lingua latina o greca si impara ⋯

Jacques Derrida ⋮ Linguaggio ⊚
La letteratura è un’invenzione moderna; essa si inscrive nelle convenzioni e istituzioni che, , le assicurano in principio il diritto di dire tutto. La letteratura lega così il suo destino ad una certa non-censura, allo spazio della libertà democratica (l⋯

Linguaggio ⋮ Umberto Eco ⊚
Quando Zivago rivede dal tram Lara, non riesce a scendere in tempo e muore. Ma se avessero avuto un cellulare forse ci sarebbe stato un lieto fine. La scorsa Bustina ho accennato al libro di Maurizio Ferraris (Dove sei? Ontologia del telefonino, Bompiani)⋯
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