L'opacità storica della passione amorosa
La Storia ha prodotto nel lied un oggetto che è sempre anacronistico. Tale inattualità è legata al sentimento d’amore di cui il lied è l’espressione pura. L’Amore – l’Amore-passione – è storicamente inafferrabile. […] L’opacità storica della passione amorosa […] deriva forse dal fatto che essa compare, nel corso dei secoli, solo in soggetti e in gruppi marginali, privi di Storia, estranei alla società gregaria, forte, che li circonda, li spinge e li esclude, separati da ogni potere: presso gli Udriti del mondo arabo, i Trovatori dell’Amore cortese, i Preziosi del grande secolo classico e i poeti-musicisti della Germania romantica. Da ciò, anche l’ubiquità sociale del sentimento amoroso, che può essere cantato da ogni classe, dal popolo all’aristocrazia: si ritrova questo carattere trans-sociale nello stile stesso del lied schubertiano che è riuscito ad essere, nello stesso tempo o di volta in volta, elitista e popolare. Lo statuto del canto romantico è per natura incerto: inattuale senza essere represso, marginale ma non eccentrico. Perciò, malgrado le apparenze intimiste e sagge, questa musica può essere situata tra le arti estreme: in essa si esprime un soggetto singolare, intempestivo, deviante, persino folle, se, con un’ultima raffinatezza, non rifiutasse la maschera gloriosa della follia.

Crediti
 Roland Barthes
 Il corpo della musica
  L'ovvio e l'ottuso
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