Se si considera fino in fondo quanto sia grande e coinvolgente il problema di questa nostra esistenza così ambigua, tormentata, effimera e simile al sogno – talmente grande e coinvolgente da mettere in ombra e nascondere tutti gli altri problemi e obiettivi; e se si considera come, nondimeno, tutti gli uomini, tranne alcune rarissime eccezioni, non abbiano una chiara consapevolezza di tale problema, anzi non sembrino nemmeno rendersene conto, infatti costoro si occupano di tutto fuorché di tale problema, vivendo alla giornata e interessandosi soltanto del breve lasso di tempo occupato dal loro futuro personale, sicché o respingono recisamente quel problema, o si rassegnano volentieri ad affrontarlo mediante i sistemi popolari della filosofia, ovvero le religioni, la cui incoerenza è tale da costringerli a sostituirne la mancanza di evidenza e di fondatezza con minacce in questo o nell’altro mondo, anzi, di quando in quando, addirittura con roghi, e si accontentano di tutto questo.
Se dunque si considera sino in fondo quanto detto fin qui, d’ora innanzi non ci si potrà più meravigliare di qualsiasi tratto di superficialità, di dabbenaggine e di stupidità, bensì si saprà una volta per tutte che l’orizzonte intellettuale dell’uomo ordinario non è poi così differente (come invece si suppone) da quello dell’animale, la cui esistenza è come se coincidesse interamente con il presente, senza riferimento al passato e al futuro, e la cui coscienza è limitata in tutto e per tutto alla comprensione dell’attimo. Che senso ha una filosofia per esseri simili? Se però l’altezza del valore intellettuale può essere correttamente stimata in base al grado in cui un uomo si rende conto e si occupa del problema dell’esistenza, in quali sublimi altezze si collocano allora gli Indù e gli antichi Egizi rispetto agli Europei!
L’orizzonte intellettuale dell’uomo
Crediti
Quotes per Arthur Schopenhauer
Ancora nessun commento