Chi dubita che la letteratura, oltre a donarci il sogno della bellezza e della felicità, ci mette in guardia contro ogni forma di oppressione, si domandi perché tutti i regimi impegnati a tenere sotto il controllo il comportamento dei loro cittadini dalla culla alla tomba la temono a tal punto da organizzare sistemi di censura per reprimerla e vigilano con estremo sospetto sugli scrittori indipendenti. Lo fanno perché conoscono il rischio che possono attendersi permettendo all’immaginazione di correre lungo i libri, di quanto possa diventare sediziosa la fantasia quando il lettore si confronta con la libertà che la rende possibile e che in essa si esercita contro l’oscurantismo e la paura che lo attendono nel mondo reale.
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