L’uomo senza aspirazione

Zarathustra, il profeta dell’uomo andando oltre sé stesso non più in termini platonici, si accorge, proprio all’inizio della sua missione, che gli uomini, nella stragrande maggioranza dei casi, non vogliono affatto essere più di quel che sono.
Se si individua l’orientamento medio dei loro desideri, si scopre che vogliono ciò che già hanno, ma in maniera più confortevole.
Sulla base di questa condizione tipica della civiltà del desiderio, il discorso di Zarathustra sugli ultimi uomini sferra il proprio assalto al pubblico. Il suo secondo canto improvvisato (il primo aveva annunciato il superuomo) descrive la creatura più spregevole che viva sotto il sole, l’uomo senza aspirazione (Sehnsucht), il piccolo borghese all’ultimo stadio, che ha inventato la felicità e, mentre prende il sole sul bordo della piscina, guarda le donne che passano … per quale altro motivo altrimenti strizzerebbe l’occhio?