La Stimmung malinconica, che oscilla tra lo stato di depressione patologica allo stato dolcemente pensoso, si intreccia nello Zarathustra alle grandi questioni del nichilismo e del tempo: capitoli zarathustriani quali Il canto dei sepolcri, L’indovino, Il mago e Il canto della melanconia lasciano percepire tutta la nostalgia dell’astro che si contrappone al disastro, l’enorme iato tra la meridionale chiarità del Sole ed il fosforescente baluginio di Saturno. L’uomo senza Dio si sente nulla, e continua a struggersi nell’attesa del suo ritorno, come avviene nella dimensione escatologicocristiana, o nella dimensione ebraica, in cui Dio può tornare in qualsiasi momento come un ladro nella notte, irrompendo (ein-brechen), nella storia e costringendo a dormire sempre con l’orecchio teso.
L’uomo senza Dio: struggimenti e l’attesa del ritorno divino
Crediti
Ancora nessun commento