Viva egli del suo, misuri la spesa con le rendite, raffreni i mali, e prevenga con buoni ordini che non si commettano, rinnovi le leggi antiquate, non pigli per alcuna colpa quello che non lascerebbe pigliare ad alcuno giudice. lo proporrei quivi la legge dei Macarensi Che nel greco linguaggio è quanto dire felici., non lontani dall’Utopia, il cui re nella sua creazione giura di non aver mai nell’erario più di mille libbre d’oro e d’argento alla valuta di quell’oro. Dicono che un re, il quale amò più il comodo della patria che il proprio, fece questa legge: parendogli che tanta somma potesse bastare al re per raffrenare i ribelli, o ribattere i nemici con arme, non dargli animo di assaltare gli altrui regni. Per questo specialmente si fece quella legge, e perché non mancassero danari da cambiare ai cittadini, e da dispensarsi dal re quando fosse necessario. Tal re era temuto dai cattivi, e dai buoni amato. Ma come narrerei tali cose ai sordi? Ai sordissimi, anzi, soggiuns’io; nò giudico, per dire il vero, che si diano tai consigli ove non sono accettati. Come potrà entrare nell’animo loro un parlare tanto insolito, essendo del contrario persuasi? Questa scolastica filosofia può esser grata in un famigliare parlamento tra gli amici, ma nei consigli dei principi, ove si trattano gran cose con grande autorità, giuste cose non hanno luogo. Perciò, disse Raffaello, non ha luogo appo i principi la filosofia. Non diss’ io questa filosofia scolastica, che si crede potersi accomodare ad ogni cosa; ma v’è un’altra filosofia più civile, la quale secondo le cause e i tempi difende acconciamente la ragion sua con riputazione. Questa bisogna che tu usi. Altrimenti rappresentandosi la commedia di Plauto, ove i servi gareggiano insieme, se tu vestito da filosofo, entrassi in scena, e narrassi qualche sentenza della Ottavia Una delle tragedie attribuite a Seneca., ove Seneca disputa con Nerone, non sarebbe meglio che avessi taciuto, che recitando cose aliene, aver fatto una tragi-commedia? Avresti corrotto la presente favola, mescolandovi cose diverse, ancorché fossero migliori. In quella favola che ritrovi, portati meglio che puoi; né ti devi porre a turbar quella, quantunque ti venga a memoria di un’altra che sia più piacevole. Cosi è nella repubblica e nei consigli dei principi. Se non puoi al tutto estirpare le sinistre opinioni, né provvedere ai vizii già posti in uso, non però si debbe abbandonare la repubblica, siccome neanche la nave agitata dalla fortuna, quantunque tu non potessi raffrenare il furor dei venti. Non si debbe ancora replicare un parlar insolito, sapendo come non fia ricevuto negli animi che sono del contrario persuasi; ma bisogna andare per lungo circuito, e sforzarsi di condurre a buon porto quello che si tratta. né potendo ridurre le cose a bene, studia almeno che sieno men cattive, perché non possono esser le cose al tutto buone, se non sono tutti buoni, e questo io non aspetto fin a molti anni. Con quest’arte, rispose egli, altro non farei, che, volendo medicare l’altrui furore, con gli altri impazzirei. Perché volendo ragionare il vero, sono astretto a ragionare di queste cose in tal guisa. Non so se si appartenga al filosofo poi ragionare il falso, ma a me certo non appartiene; benché quel mio parlare, come che fosse a quelli forse men grato, tuttavia non mi penso che si debba giudicare al tutto insolente ed inetto. Ma s’io narrassi quello che finge Platone nella sua repubblica, ovvero gl’istituti che fanno da dovero gli Utopiensi nella loro; quantunque fossero, come sono in vero, migliori, tuttavolta potrebbero parere alieni da questi costumi, perché qui sono le possessioni divise tra privali, ed ivi comuni. Ma non potrebbe il mio parlare esser ingrato se non a coloro, che avessero seco disposto di andare a rovina, perché dimostra i pericoli, e ci ritrae da quelli; altrimenti qual cosa vi fu che non sia da dire convenevolmente ove ti piace? Se si debbono tralasciare tutte le cose sconcio, e le introdotte da rei costumi degli uomini: bisogna che noi cristiani dissimuliamo assai cose, le quali Cristo non vuole che siano dissimulate, anzi comandò che fossero predicate in pubblico.
Né credeva alla sincerità della fede altrui. Monarchia o repubblica, religione o ateismo, tutto era per lui quistione di tornaconto materiale o morale, immediato o avvenire. Al Noviziato aveva avuto l'esempio della sfrenata licenza dei monaci che avevano fatto voto dinanzi al loro Dio di rinunziare a tutto; in casa, nel mondo, aveva visto che ciascuno tirava a fare il proprio comodo sopra ogni cosa. Non c'era dunque nient'altro fuorché l'interesse individuale; per soddisfare il suo amor proprio egli era disposto a giovarsi di tutto. Federico De RobertoI Viceré
Forse la solitudine è coessenziale alla funzione di Presidente della Repubblica. Ma nessun uomo è solo se sceglie di mantenere la sua libertà, avendo come limite l'obbedienza alla propria coscienza. Sergio Mattarella
Dopo il crollo delle città-stato greche, la caratteristica fondamentale del tempo è l'idea di cosmopolitismo. Lo stoico Zenone disegna una repubblica mondiale statalmente omogenea ('Cosmopolis'). In essa, ognuno è come in un gregge che vive in comune e condivide lo stesso diritto. Ma, nella maggior parte dei casi, il cosmopolitismo è apolitico: la repubblica mondiale è uno spazio vitale indefinito che non sorge da istituzioni globali e da un diritto comune, ma dalla partecipazione di tutti con una stessa ragione. Zenone di EleaLa Terra come un disco circondato dall'oceano
Un atlante che non contempli il paese d'Utopia non è degno d'essere stampato. Oscar Wilde
intelligenza (sostantivo femminile) ⋯ Nella nostra civiltà, e nella nostra forma di governo repubblicano, l'intelligenza è tenuta in così alta considerazione che la si esonera automaticamente dal peso di qualsiasi pubblico ufficio. Ambrose BierceIl dizionario del diavolo
Kastrup critica il dualismo mente-corpo e il materialismo, proponendo una visione non-dualistica in cui la coscienza è la sostanza primaria della realtà.
Un testo filosofico che esplora il senso del naufragio nella vita, l'incertezza sul destino umano e l'importanza della speranza senza tradire la ragione.
Riflessione sulla Poesia come *Antiplatone*, in risposta alla critica platonica che la considera priva di significato. La Poesia, lungi dall'essere espressione immediata, è un'attività intellettuale che rivela la potenza originaria del linguaggio.
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La verità è un concetto complesso e spesso sfuggente. Tutto ciò che è visibile è solo una parte della verità, una parte che possiamo vedere, toccare e comprendere attraverso i nostri sensi. Tuttavia, la verità più profonda non è visibile e non può essere espressa a parole. Questa verità profonda è qualcosa che va oltre…
Un'analisi profonda sull’esistenza e il nulla, esplorando la condizione umana e la percezione del mondo come presenza inevitabile e immutabile, senza una causa precisa.
L'uomo è legato alla natura, soggetto a leggi immutabili che influenzano idee, abitudini e azioni, senza piena volontà, ma con illusione di libertà.
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