E biasimando io questo costume come inetto, essi all’incontro risposero che si meravigliavano assai della pazzia delle altre genti, le quali nel comperare un cavallo, ove si tratta di pochi danari, vanno tanto cautamente che lo vogliono vedere senza sella, acciocché sotto quella non avesse qualche piaga, e in elegger la moglie, la quale può dare o sollazzo o dispiacere mentre che dura la vita, sono tanto negligenti che si contentano di veder la donna quasi tutta coperta, anzi di non vederne che il volto: e tuttavia potrebhe essa nascondere qualche difetto, pel quale non mai si vorrebbe averla presa. Né tutti sono di tanta sapienza, che mirino solamente ai costumi; anzi nei matrimoni dei savi uomini, le doti del corpo fanno più grati i doni dell’animo. E veramente tale bruttura potrebbe nascondersi sotto gli abiti, che la moglie sempre fosse odiosa al marito; ed a questo si debbe provvedere con leggi, prima che segua l’inganno, quando che essi soli di tutte quelle nazioni sono contenti di una sola moglie, né si scioglie il matrimonio se non per l’adulterio, o per altra intollerabile molestia. In tali casi il senato concede all’innocente di rimaritarsi, ed il colpevole resta infame e privo in perpetuo del matrimonio. Non vogliono che la moglie non colpevole sia ripudiata contra sua voglia, ancorché cadesse in qualche calamità del corpo; parendo loro una crudeltà che si abbandoni la persona, quando ha maggior bisogno di consolazione; perché la vecchiezza, che porta con sè infermità, ed è l’infermità stessa, sarebbe dalla compagnia abbandonata. Avviene alle fiate, che i coniugi non si confacendo dei costumi, e trovando amendue con chi sperano di vivere più soavemente, si separano, e rimaritansi, con l’autorità però del senato, il quale non ammette il divorzio, se prima non ne conosce e non ne fa dalle proprie donne investigare le cause. Ed anco si rende difficile a questo, acciocché non si speri di mutar facilmente il matrimonio. Gli adulteri si puniscono con durissima servitù: e se alcun di essi non era celibe, si concede che i coniugi offesi, ripudiati gli adulteri, si maritino insieme, ovvero con altri. Ma se quello che è offeso, tanto ama l’offensore che non voglia fare divorzio, non gli è vietato di mantenere il matrimonio, purché voglia seguire nell’opera il dannato. E sovente è avvenuto, che la sollecita pazienza dell’innocente ha ottenuto la libertà al colpevole. Ma chi adultera dopo questo perdono, è punito nella testa. Alle altre colpe non si assegna determinato supplicio, ma secondo il mancamento segue il supplicio più o men grave come pare al senato. I mariti castigano le mogli, i padri i figliuoli, se non fosse qualche enorme mancamento, che si dovesse punire pubblicamente. Ma quasi tutte le gravi colpe sono punite con servitù, il che non meno spiace agli scellerati, ed è più comodo alla repubblica che ucciderli, perché giovano più con la fatica che con la morte, e con l’esempio continuo ammoniscono gli altri a guardarsi da simili colpe. Se in tale stato sono perversi ed inobbedienti, allora come bestie indomite gli uccidono.
Ma giudicarono che non fusse convenevole voler con forza e minacce sforzare alcuno a credere quello che tu credi per vero.
Quando in pochi si dividono tra loro la ricchezza, accumulando quanti più beni possono, la maggior parte della popolazione è destinata alla miseria.
Uomini, donne, bambini, vedove, orfani, genitori con prole, famiglie numerose ma non ricche – poiché l'agricoltura richiede la forza di molte braccia – sono costretti a lasciare le proprie case, senz'avere un posto in cui rifugiarsi, dopo avere svenduto per niente le loro povere cose. E dopo avere girovagato e speso tutto, che cosa resta loro da fare se non rubare – per poi essere, giustamente, s'intende, giustiziati – o darsi all'accattonaggio? A parte il fatto che anche per gli accattoni e per i vagabondi è previsto il carcere. Ed è inutile cercare lavoro, poiché non c'è più bisogno di loro. Utopia
Soltanto per quelli felici le lacrime sono un lusso.
Ed è più facile che uno spirito fiero scelga di fare il ladro anziché il mendicante.
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