Ma lasciamo stare DioPosso dire che la mia vita è stata dominata dall’esperienza della noia. Un sentimento che conosco sin dall’infanzia. Non è la noia che si può combattere con le distrazioni, la conversazione o i piaceri, è una noia che si potrebbe definire fondamentale; e che consiste in questo: più o meno bruscamente, a casa propria o in casa d’altri, o davanti a un bellissimo paesaggio, tutto si svuota di contenuto o di senso. Il vuoto è in noi e fuori di noi. L’intero universo è annullato. E niente più ci interessa, niente merita la nostra attenzione. La noia è una vertigine, ma una vertigine tranquilla, monotona; è la rivelazione della futilità universale, è la certezza, spinta fino allo stupore o fino alla chiaroveggenza suprema, che non si può, non si deve fare niente né in questo mondo né in quell’altro, non esiste al mondo niente che possa servirci o soddisfarci. A causa di questa esperienza – non costante ma ricorrente, dato che la noia viene per accessi, ma dura molto più a lungo di una febbre – non ho mai potuto fare niente di serio nella vita. Per la verità, ho vissuto intensamente, ma senza mai potermi integrare all’esistenza. La mia marginalità non è fortuita, ma essenziale. Se Dio si annoiasse, rimarrebbe pur sempre Dio, un Dio, però, marginale. Ma lasciamo stare Dio. Da sempre il mio sogno è stato quello di essere inutile, e inutilizzabile. Ebbene, grazie alla noia ho realizzato quel sogno. Ma devo fare una precisazione: l’esperienza che ho descritto non è necessariamente deprimente, perché a volte è seguita da una esaltazione che trasforma il vuoto in un incendio, in un inferno desiderabile…

Crediti
 Emil Cioran
 Pinterest •   • 




Quotes per Emil Cioran

Smise di scrivere: non aveva più niente da nascondere.

All'interno di ogni desiderio lottano un monaco e un macellaio.

Quel timore improvviso, venuto dal nulla, che cresce in noi a conferma del nostro sradicamento, non è «psicologico» ; solo in ultima istanza appartiene a ciò che diciamo anima. In esso risuonano i tormenti della individuazione, la vecchia lotta del caos contro la forma.

Qualunque malessere è più sano di quello provocato da una rabbia accumulata.

Non è parlando degli altri, ma curvandosi su di sé, che ci è possibile incontrare la Verità. Perché ogni cammino che non conduce alla nostra solitudine o non ne proceda, è deviazione, errore, perdita di tempo.