Non ai contemporanei, non ai miei compatrioti ma all’umanità io consegno la mia opera ormai compiuta, persuaso che non sarà per essa senza valore: anche se questo valore, qual è solitamente il destino del bene in ogni genere, verrà riconosciuto in ritardo. Soltanto infatti per l’umanità e non per la generazione che passa frettolosa e immersa nel suo effimero sogno, è potuto accadere che la mia mente, quasi contro il suo volere, abbia di continuo atteso per tutta una lunga vita al suo lavoro.
Né la mancanza di consensi, durante questo tempo, ha potuto trarmi in errore sulla validità dell’opera, giacché io vidi sempre oggetto di onori e d’ammirazione il falso, l’ingiusto e infine l’assurdo e l’insensato.
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