Le minoranze non si distinguono numericamente dalle maggioranze. Una minoranza può essere più numerosa di una maggioranza. Ciò che definisce alla maggioranza è un modello al quale si conforma: per esempio, la media europea, adulto, maschio, urbano… Invece, la mancanza di modelli delle minoranze sono un divenire, un processo. Probabilmente si potrebbe dire che nessuno è maggioranza. Tutti, in un modo o nell’altro, siamo intrappolati in qualche divenire minoritario che ci trascinerebbe in percorsi sconosciuti se decidiamo di seguirli. Quando una minoranza crea i suoi modelli è perché vuole diventare maggioranza, che è senza dubbio necessario per la loro sopravvivenza o la loro salvezza (avere uno Stato, essere riconosciuti, far valere i loro propri diritti). Ma la sua potenza procede da quello che ha saputo creare e che sarà integrato in maggiore o minore misura nel modello, senza mai dipendere da esso. Il popolo è sempre una minoranza creatrice che rimane tale anche se diventa maggioranza: le due cose possono coesistere, giacché non si sperimentano nello stesso piano. I migliori artisti (non i più populisti) appellano ad un popolo e costatano che manca il popolo: Mallarmé, Rimbaud, Klee, Berg.
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