Quando Marx diede a Il Capitale il sottotitolo di: Critica dell’economia politica, non intendeva solamente dire che si proponeva di criticare gli economisti classici, ma anche l’illusione di tutti gli economisti borghesi. Voleva criticare radicalmente l’illusione borghese che separa accuratamente da un lato, l’attività di produzione e scambio e, dall’altro, le classi sociali, le lotte politiche, ecc. Marx voleva mostrare che tutte le condizioni della produzione, della circolazione, della distribuzione capitalistica (quindi, tutta la cosiddetta economia politica) sono dominate dall’esistenza delle classi sociali, dal loro rapporto sociale di produzione e dalla lotta di classe.
Spieghiamo in poche parole il principio essenziale della tesi di Marx:
Non esiste produzione economica pura, non esiste circolazione (scambio) pura, né esiste distribuzione pura. Tutti questi fenomeni economici sono processi che hanno luogo sotto relazioni sociali che sono in ultima istanza, cioè, sotto le loro apparenze, relazioni tra classi sociali, e inoltre relazioni tra classi antagoniste, cioè, lotta di classe.
Prendiamo, per esempio, la produzione materiale degli oggetti di utilità sociale (valori d’uso). Come si presenta, a prima vista, nelle unità di produzione (fabbriche, aziende agricole, ecc.). Questa produzione materiale presuppone l’esistenza di forze produttive; dove la forza lavoro (i lavoratori) mette in azione strumenti di produzione (utensili, macchine) che trasformano una materia prima. Un economista borghese, o un lettore economicista de Il Capitale vedrebbe lì un semplice processo di lavoro tecnico. Ora, basta riflettere come fa Marx per rendersi conto che è un controsenso. È necessario dire che le forze produttive sono messe in azione nel processo di lavoro sotto il dominio delle relazioni sociali della produzione, che sono relazioni di sfruttamento di una classe da parte di un’altra. Se ci sono operai, è perché sono lavoratori salariati, cioè, sfruttati. Se ci sono operai che non possiedono nient’altro che la forza del loro lavoro e si vedono costretti dalla fame ad uscire a venderla, è perché esistono capitalisti che possiedono i mezzi di produzione e comprano la forza lavoro per sfruttarla, puramente per estrarne il plusvalore. L’esistenza delle classi antagoniste è inscritta, quindi, nella produzione stessa, nel cuore stesso della produzione: nei rapporti sociali della produzione.
Ma è necessario andare oltre: i rapporti sociali di produzione non sono qualcosa che viene ad aggiungersi alle forze produttive come semplice forma. I rapporti di produzione penetrano nelle forze produttive poiché la forza lavoro che mette in azione le macchine forma essa stessa parte di queste forze produttive e poiché il processo di produzione capitalista tende senza freno al massimo sfruttamento della forza lavoro. E siccome è questa tendenza che domina tutto il processo di produzione capitalista, è necessario dire che i meccanismi tecnici della produzione si trovano sottomessi ai meccanismi (di classe) dello sfruttamento capitalista. Ciò che chiamiamo forze produttive è al tempo stesso la base materiale (base tecnica, dice Marx) e la forma di esistenza storica nei rapporti sociali della produzione, cioè, dei rapporti di sfruttamento di una classe da parte di un’altra. Marx mostrò ammirevole, nel Libro I, che le forme successive dell’organizzazione nel processo della produzione (la manifattura e la grande industria) non erano altro che le forme successive dell’esistenza materiale e storica dei rapporti di produzione capitalistica. È quindi un errore economicista e tecnocratico separare le forze produttive dai rapporti sociali di produzione.
I nazionalisti indù hanno un'ascendenza italiana molto più profonda di Sonia Gandhi, che viene accusata dai fanatici indù d'essere una straniera in patria. Il loro teorico principale, Savarkar, era ossessionato da Mazzini e prese in prestito praticamente tutto dal pensatore italiano nella sua costruzione del nazionalismo indù come nuova religione dell'India. Mazzini fu un'ispirazione per i combattenti per la libertà in esilio, per i militanti e gli scrittori ovunque nel mondo non occidentale, in Cina, come anche nel mondo arabo. La sua influenza globale è davvero straordinaria. In un certo senso è più importante di Marx, perché la sua influenza è ancora presente nel nazionalismo contemporaneo.
Pankaj MishraNoi dobbiamo cercare che il popolo, nella sua totalità o nelle sue frazioni, pretenda, imponga, prenda da sé tutti i miglioramenti, tutte le libertà che desidera, man mano che giunge a desiderarle ed ha la forza di imporle; e propagandando sempre tutto intero il nostro programma e lottando sempre per la sua attuazione integrale, dobbiamo spingere il popolo a pretendere ed imporre sempre di più fino a che non ha raggiunto l'emancipazione completa.
Errico Malatesta Il programma anarchicoUna classe nella quale si concentrano gli interessi rivoluzionari della società, non appena si è sollevata, trova immediatamente nella sua stessa situazione il contenuto e il materiale della propria attività rivoluzionaria: abbattere i nemici, prendere misure imposte dalle necessità stesse della lotta. Le conseguenze delle sue proprie azioni la spingono avanti.
Karl Marx Le lotte di classe in Francia dal 1848 al 1850La produzione di plusvalore è il motore fondamentale del capitalismo.
Karl Marx Il capitaleLa funzione generale dei sogni consiste nel restaurare il nostro normale status psicologico attraverso la produzione di materiale onirico che ristabilisce, con una sottile operazione, il nostro totale equilibrio psichico.
Carl Gustav Jung
Il capitale di Karl Marx
Saggio fondante sull’economia. Marx, autore del testo, demolisce l’illusione borghese, mostrando come produzione e sfruttamento di classe siano intrecciati nella lotta sociale capitalistica.
Grundrisse di Karl Marx
Abbozzo teorico economico. Marx approfondisce le relazioni tra forze produttive e rapporti sociali, un’eco al testo che rifiuta la separazione tra tecnica e sfruttamento nella produzione capitalista.
La miseria della filosofia di Karl Marx
Critica agli economisti borghesi. Marx attacca l’economicismo puro, un parallelo al testo, evidenziando come la lotta di classe domini ogni processo economico, dalla produzione alla distribuzione.
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