Non ci può essere uguaglianza tra sfruttatori e sfruttati.
Una persona che condivide seriamente l’idea di Marx secondo cui lo Stato non è altro che una macchina per l’oppressione di una classe sociale da parte di un’altra, che si fosse fermata a meditare su questa verità, non avrebbe mai potuto giungere all’assurdità di dire che le organizzazioni operaie, capaci di combattere il capitale finanziario, non devono trasformarsi in organizzazioni di Stato. Questo è ciò che rivela il piccolo borghese, per il quale lo Stato è, nonostante tutto, un’entità al di fuori delle classi sociali, o al di sopra delle classi. Infatti, perché i lavoratori possono fare una lotta decisiva al capitale, che non solo domina sui lavoratori salariati, ma su tutto il popolo, su tutta la classe media, e non possono trasformare le loro organizzazioni in organizzazioni di Stato? Perché il piccolo borghese teme la lotta di classe e non la porta a termine, al massimo importante. Ha paura di concludere il ragionamento e vedere ciò che ne deriva. Riconosce che si avvicinano battaglie decisive tra capitale e lavoro ma i suoi metodi consistono precisamente nel prostrarsi davanti alla borghesia.
Solo un reazionario, nemico della classe operaia, lacchè della borghesia, può dedicarsi oggi a dipingere le attrattive della democrazia borghese e a ciarlare sulla purezza della democrazia, rivolto verso un passato ormai caduco. La democrazia borghese fu progressista in confronto al Medioevo, e bisognava utilizzarla. Ma oggi è insufficiente per i lavoratori. Ora bisogna guardare non indietro, ma avanti, bisogna andare alla sostituzione della democrazia borghese con la democrazia operaia. Fu possibile (e necessario) realizzare nel quadro dello Stato democratico borghese il lavoro preparatorio della rivoluzione proletaria, ma rinchiudere la classe operaia dentro quel quadro quando si è giunti alle battaglie decisive, è tradire la causa dei lavoratori, è essere un rinnegato.
Il capitale frantuma la socialità, ma una comunità autentica resiste, sfidando l'isolamento con legami che sfuggono alla sua logica di dominio
Giorgio Agamben La comunità che vieneIl capitale razionalizza la vita quotidiana, svuotandola di senso e spontaneità, trasformandola in un'estensione della sua logica di controllo e accumulazione
Henri Lefebvre La vita quotidiana nel mondo modernoL'automazione rafforza il capitale, trasformando il lavoratore in un servo delle macchine, alienato e controllato da un sistema che lo supera e lo domina
Norbert Wiener Il lavoro delle macchineIl capitale riduce l'individuo a una dimensione, soffocando la sua unicità in un sistema che standardizza vita e pensiero per il profitto
Herbert Marcuse L'uomo a una dimensioneIl capitale trasforma la cultura in merce di massa, soffocando l'autenticità e plasmando una società uniforme al servizio del suo dominio
Umberto Eco La cultura di massa
- Sfruttamento delle risorse
Il tecnofeudalesimo sfrutta risorse come dati e attenzione umana, creando nuove forme di alienazione e disuguaglianza, secondo Varoufakis.
- Pericoli per la democrazia
Varoufakis esplora come il tecnofeudalesimo minacci la democrazia attraverso il controllo delle informazioni, la sorveglianza e l'influenza politica delle Big Tech.
- Tecnofeudalesimo
Il tecnofeudalesimo sostituisce il capitalismo tradizionale, con le Big Tech che dominano l'economia digitale sfruttando dati e algoritmi, secondo Varoufakis.
- Mercato
In una prima accezione, che è anche la più antica, indica il luogo nel quale si svolgono gli scambi di merci. La storia registra l'esistenza di mercati fin dai tempi più remoti: in ogni economia fondata sullo scambio e sulla divisione del lavoro i mercati sono del resto indispensabili.
- Rimedi possibil
Varoufakis propone soluzioni per combattere il tecnofeudalesimo, tra cui democratizzazione della tecnologia, reddito di base e proprietà collettiva dei dati.
Il Capitale di Karl Marx
Karl Marx analizza il sistema capitalistico, esaminando le dinamiche di produzione, sfruttamento e accumulazione del capitale. L’opera mette in evidenza come lo Stato sia una macchina per l’oppressione di una classe sociale da parte di un’altra, fondando le basi teoriche della critica al capitalismo moderno.
Stato e Rivoluzione di Vladimir Lenin
Vladimir Lenin espone la sua visione sullo Stato e sulla necessità della rivoluzione proletaria. L’autore discute come le organizzazioni operaie debbano trasformarsi in strumenti di potere per abbattere la dominazione borghese e costruire una società socialista.
La Question du Peuple Soviétique di Leon Trotsky
Leon Trotsky analizza il ruolo delle classi sociali e dello Stato nella rivoluzione sovietica. L’opera esplora come le lotte operaie possano superare le strutture dello Stato borghese per instaurare una vera democrazia dei lavoratori.
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