Si prova amore, mi dicevo a Balbec, per una persona le cui azioni sembrano piuttosto essere oggetto della nostra gelosia; s’intuisce che, se le dicesse tutte, forse si guarirebbe facilmente dall’amore. Per quanto la gelosia sia facilmente celata dalla persona che la subisce, viene scoperta abbastanza in fretta da quella che la ispira e che a sua volta fa ricorso all’abilità. Tenta d’ingannarci su ciò che potrebbe renderci infelici, e ci riesce, perché chi non è avvisato non può scoprire le menzogne nascoste in una frase insignificante; non la distinguiamo dalle altre; detta con timore, è ascoltata con attenzione. Successivamente, quando saremo soli, torneremo a pensare a quella frase, che non ci sembrerà più adeguata alla realtà. Ma la ricordiamo bene? Su di essa e nell’esattezza del nostro ricordo, sembra che in noi nasca spontaneamente un dubbio del tipo di quelli che sorgono nel corso di certi stati nervosi, quando non possiamo ricordarci, alla cinquantesima volta come alla prima, se abbiamo messo il catenaccio; si direbbe che si possa ricominciare all’infinito quell’azione senza che mai sia accompagnata da un ricordo preciso e liberatore. Ma almeno possiamo richiudere la porta per la cinquantunesima volta. Mentre abbiamo sentito la frase inquietante con un ascolto incerto, e non dipende da noi poterla ripetere. Allora concentriamo la nostra attenzione su altre frasi che non nascondono niente, e l’unico rimedio, che però rifiutiamo, sarebbe ignorare tutto per non avere il desiderio di sapere di più.
Menzogne nascoste in una frase insignificante
Crediti
Quotes per Marcel Proust
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