L’uomo adesso prende il bosco e il ruscello, il monte e il prato, i venti e il cielo, il mare e le isole come occasioni di svago, come strumenti di relax, come oggetti della sua ricreazione. Nel migliore dei casi l’uomo prende quanto si è detto come paesaggio, del quale acquista conoscenza nel corso di brevi soggiorni o di viaggi frettolosi per archiviarli nella memoria come futuro materiale per il divertimento. Ultimamente, oltre a questo, l’uomo investe il paesaggio con la sua curiosità storiografica e folkloristica e preistorica e con una sua smania comparativa crede di essere superiore a un mero godimento della natura. Questo godimento della natura e la curiosità paesaggistica non sono rimessi agli sforzi complicati dei singoli, l’accessibilità della natura è istituita in maniera conforme ad un’impresa (un ramo affaristico al quale partecipano coloro che dovrebbero essere ancora oggetto di questo piacere della natura – i contadini e le fattorie, sempre che si possa ancora chiamarli così). I villaggi non sono più insediamenti contadini, bensì città dotate di imprese agricole; ciò richiede una opportuna articolazione della vita in generale; la più remota fattoria è già distrutta dall’interno dalla radio e dai giornali. Tale distruzione però verrà ancora mascherata nella misura, ancora adesso i contadini tornano ad antiche pratiche di abbigliamento e di gioco introdotte per i cittadini amanti della natura e le praticano a loro volta come imprese naturali e agli altri – ai turisti- le presentano su ordinazione…
Mero godimento della natura
Crediti
Quotes per Martin Heidegger
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