Caro Petja, sono molto contenta che vi siate ricordato di me. La convinzione umana è uno dei piaceri più profondi e sottili della vita: dai la cosa migliore, l’anima, e prendi la stessa cosa in cambio, e tutto avviene con leggerezza, senza le difficoltà e le pretese dell’amore. A lungo, a lungo, fin dall’infanzia, fin da quando ho ricordo di me stessa, mi è sembrato di voler essere amata. Adesso io so che, e lo dico a tutti, non mi serve l’amore, mi serve la comprensione. E quello che Voi chiamate amore, sacrificio, fedeltà, gelosia, tenetelo in serbo per gli altri, per un’altra, io non ne ho bisogno. Io posso amare solo la persona che in una giornata di primavera e me preferirà una betulla. Ecco la mia formula. Non dimenticherò mai come mi abbia fatto infuriare, questa primavera, una persona, un poeta, una creatura incantevole, io gli volevo molto bene!, che, camminando insieme con me per il Cremlino, senza guardare la Moscova e le cattedrali, mi parlava incessantemente di me.
Io gli ho detto: come potete non capire che il cielo, alzate la testa e guardate!, è mille volte più grande di me, come potete pensare che in una simile giornata io possa pensare al Vostro amore, all’amore di chicchessia.
Non penso neanche a me stessa, eppure credo di volermi bene!. E ancora altre amarezze mi danno i miei interlocutori. Io entro con tanta irruenza nella vita del primo che passa e che per qualche motivo mi è caro, a tal punto voglio aiutarlo, compatirlo, che quello si spaventa, o del mio amore, o perché pensa che si innamorerà di me e il suo ménage andrà in malora. Questo non lo dicono, ma io ho sempre voglia di dire, di urlare:
Signore Iddio! Ma non voglio nulla di Voi! Potete andarvene e poi tornare, andarvene e non tornare mai, per me è lo stesso, io sono, forse, non ho bisogno di nulla fuorché della mia anima!. Le persone sono attratte da me: alcune hanno l’impressione che io non sappia ancora amare, altre che le amerò, splendidamente e immancabilmente, ad altre ancora piacciono i miei capelli corti, ad altre, infine, il fatto che li farò crescere per loro, tutti si immaginano qualcosa, tutti esigono qualcosa, sempre qualcos’altro, dimenticando che tutto è cominciato da me, e che se non mi fossi avvicinata io, a loro, vedendo la mia giovinezza, non gli sarebbe neanche passato per la testa. E io invece voglio leggerezza, libertà, comprensione, non trattenere nessuno, e che nessuno mi trattenga. Tutta la mia vita è una storia d’amore con la mia anima, con la città in cui vivo, con l’albero al bordo della strada, con l’aria. E sono infinitamente felice… Sarò felice se mi scriverete ancora, caro Petja, a volte ricordo con commozione il nostro incontro da quasi bambini: la galoppata a cavallo e le fragole secche nel mezzanino di Vostra nonna, e il viaggio per comprare al tela, e la splendida notte stellata.
Com’ero triste allora! Un adolescente tragica e una giovinezza beata. Probabilmente non andrò più in nessun posto, scrivetemi a Mosca. E se adesso avete i capelli ricci, chinate la testa, vi bacerò.
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