Il mio monolinguismo è permanente, e lo chiamo la mia dimora, e lo avverto come tale, ci sto e lo abito. Esso mi abita… Al di fuori da questo non sarei me stesso. Esso mi costituisce, mi detta ogni cosa fino all’ipseità, mi prescrive, anche, una solitudine monacale, come se dei voti mi avessero vincolato ancor prima che imparassi a parlare.
E mai questa lingua, la sola che io sia così votato a parlare, finché parlare mi sarà possibile, alla vita alla morte, questa sola lingua, vedi, non sarà mai la mia. Non lo fu mai in verità.
Cogli immediatamente l’origine delle mie sofferenze, poiché questa lingua le attraversa da una parte all’altra, è il luogo delle mie passioni, dei miei desideri, delle mie preghiere, la vocazione delle mie speranze. Ma ho torto, ho torto a parlare di attraversamento e di luogo. Poiché è unicamente sul bordo della propria lingua, né in esso né al di fuori di esso, sulla linea introvabile della sua costa, che, da sempre, permanentemente, mi chiedo se si possa amare, godere, pregare, morire di dolore o semplicemente morire in un’altra lingua o senza dire nulla a nessuno, senza nemmeno parlare…
Quotes per Jacques DerridaTutta la filosofia […] è fondata su due sole cose: cioè sul fatto che il nostro spirito è curioso e la nostra vista cattiva; poiché se aveste occhi migliori di quelli che avete, vedreste bene se le stelle sono dei soli che illuminano altrettanti mondi, oppure se non lo sono; e se d'altra parte foste meno curioso, non vi preoccupereste di saperlo, il che sarebbe lo stesso; ma si vuole sapere più di ciò che si vede, e in questo sta la difficoltà. Memorie di cieco
Non si dà essenza della donna in quanto la donna (si) apre/allontana spontaneamente. Essa inghiotte, deforma dal profondo, senza fine, senza fondo, ogni essenzialità, ogni identità, ogni proprietà. Ormai accecato, il discorso filosofico si inabissa - si lascia andare alla propria perdita. Non si dà verità della donna, ma in quanto questo scarto abissale della verità, questa non-verità, è la verità. Donna è un nome di questa non-verità della verità… Sproni
[…] La tolleranza è sempre la ragione del più forte
, è un segno della sovranità; è il buon viso della sovranità che, dalla sua altezza, fa capire all'altro: non sei insopportabile, ti lascio un posticino a casa mia, ma non dimenticarlo, sei a casa mia…
L'intelletto infinito di Dio è l'altro nome del logos come presenza a sé, da Descartes a Hegel e nonostante tutte le differenze che separano i differenti luoghi e momenti nella struttura di quest'epoca.
La vita è l'origine non rappresentabile della rappresentazione.
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