A volte, durante l’allenamento, il salto mortale non ti riesce. Non farti scrupolo di considerare i tuoi salti come animali riottosi che hai il compito di ammansire. Quel salto è in te, sperduto – quindi infelice. Fa’ ciò che è necessario per dargli forma umana. L’amore -ma quasi disperato, ma pieno di tenerezza- che devi dimostrare al tuo filo avrà la stessa forza che il filo di ferro dimostra nel reggerti. Conosco gli oggetti, la loro malignità, la loro crudeltà, e la loro gratitudine. Il filo era morto -o se preferisci muto, cieco-, ora sei qui, vivrà, parlerà. Alcuni domatori ricorrono alla violenza. Puoi cercare di domare il tuo filo. Sii guardingo. Come la pantera e -così dicono- il popolo, il filo di ferro ama il sangue. Ammansiscilo invece. Se il tuo amore, e insieme la tua destrezza e la tua astuzia, sono abbastanza grandi per scoprire le segrete possibilità del filo, se la precisione di ogni tuo gesto è perfetta, si precipiterà incontro al tuo piede (calzato di cuoio): non sarai tu a danzare, sarà il filo. Ma se è lui che danza immobile, e se è la tua immagine che fa volteggiare, tu, allora, dove sarai?
La Morte -la Morte di cui parlo non è quella che seguiterà la tua caduta, ma quella che precede la tua apparizione sul filo. È prima di scalarlo che muori. Colui che danzerà sarà morto- deciso a tutte le bellezze, capace di tutte. Allorché apparirai, un pallore- no, non parlo della paura ma del suo opposto, di un’audacia invincibile-, un pallore ti ricoprirà. Malgrado il belletto e i lustrini sarai esangue, e livida la tua anima. Allora la tua precisione sarà perfetta. Quando nulla ti terrà più legato al suolo, potrai danzare senza cadere. Ma bada di morire prima di apparire, e che sia un morto a danzare sul filo.
La bocca di una ragazza, che era rimasta a lungo nel canneto, appariva tutta rosicchiata.
Quando le venne aperto il petto, l'esofago era crivellato di buchi.
Si trovò infine in una pergola sotto il diaframma
un nido di giovani topi.
Una piccola sorellina era morta.
Gli altri vivevano di fegato e reni
bevevano il freddo sangue ed era
quella passata qui una bella gioventù.
E bella e rapida venne anche la loro morte:
furono gettati tutti insieme nell'acqua.
Ah, quei musini come squittivano!
Gottfried Benn Bella gioventùSia l'amore ad indicarti il cammino.
Kahlil GibranMolto dipende da come te la spiegano La Divina Commedia. Per far innamorare un ragazzo, devo presentargli una bella fanciulla, viva, a cui poter correre dietro. Se invece gliela esibisco dissezionata sul tavolo dell'obitorio, vomita. Ho colleghi che considerano l'opera letteraria morta in partenza e le fanno l'autopsia. Perciò, quando devo assumere un docente, verifico che abbia un grande amore per sé stesso e che sia curioso della vita.
Franco NembriniNelle sere blu estive andrò nei sentieri,
Formicolato dal grano, calpestare l'erba minuta:
Sognatore, sentirei la freschezza ai miei piedi.
Lascerò che il vento nuda la mia testa nuda.
Non parlerò, non penserò niente:
Ma l'amore infinito mi salirà nell'anima,
E andrò lontano, lontano, come uno zingaro,
Per natura, felice come con una donna.
Arthur Rimbaud SensazioneQuando ci si accorge che l'amore del nostro partner nei nostri confronti va irrimediabilmente spegnendosi, un sano istinto di sopravvivenza imporrebbe di lasciarlo prima di essere lasciati, per evitare di aggiungere al dolore della separazione anche quello dell'abbandono.
Vannuccio Barbaro
Lo spazio interiore di Henri Michaux
Michaux esplora il confine tra corpo, mente e oggetti con una prosa poetica. Il testo analizza esperienze estreme, come il confronto del funambolo con il filo, offrendo una riflessione profonda sull’amore disperato e la trasformazione dell’umano in qualcosa di trascendente, affine alla danza mortale descritta.
Il funambolo di Jean Genet
Breve opera in cui Genet celebra il funambolo come figura di bellezza e rischio. La fusione di morte e perfezione nel gesto riflette il testo analizzato, con un’attenzione lirica alla tensione tra il corpo e il filo, trasformato da oggetto inerte a partner vivo della danza.
L’uomo in rivolta di Albert Camus
Camus indaga il coraggio e la ribellione contro l’assurdo. Il funambolo che muore prima di danzare incarna l’audacia invincibile di cui parla il testo, un atto di sfida al vuoto che collega la precisione fisica alla liberazione esistenziale, tema caro alla filosofia camusiana.
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