L'aspetto improvviso di questi giorni, esteriormente del tutto privi di eventi [...] l'incedere forte, non già sentimentale, con cui l'amicizia è giunta a noi, la consapevolezza crescente di una comunità di lotta, sempre sicura di sé da entrambe le 'parti' - tutto ciò mi occupa la mente in maniera inquietante, come possono essere inquietanti per il filosofo il mondo e la vita. Martin Heidegger a Karl Jaspers
In quanto tale appartiene all'intero dell'essere come la pietra, l'albero e l'aquila. Appartenere, qui, significa ancora essere inserito nell'essere. Ma ciò che distingue l'uomo consiste nel fatto che egli, essendo l'essere che pensa, aperto all'essere, è posto di fronte all'essere, resta riferito a esso e gli corrisponde. L'uomo é in senso proprio questo rapporto di corrispondenza ed è soltanto questo. Soltanto non significa qui una limitazione, bensì un'eccedenza.
Il presente viene sempre dopo l'avvenire. L'avvenire è l'origine della storia.
Questa fretta di sopprimere ogni distanza non realizza una vicinanza; la vicinanza non consiste infatti nella ridotta misura della distanza. [...] Una piccola distanza non è ancora vicinanza. Una grande distanza non è ancora lontananza.
Nel corso di una conversazione chi tace può far capire, cioè promuovere la conversazione, più autenticamente di chi non finisce mai di parlare. L'ampiezza di un discorso su qualcosa non garantisce affatto l'ampiezza della comprensione delle cose. Al contrario, un fiume di parole oscura l'argomento da comprendere, dando a esso la chiarezza apparente che non comprende e banalizza. Essere e tempo
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