Trascorsi la giornata con lei all’aperto; con sua grande soddisfazione, fui d’accordo che sarebbe stata lei, solo lei a farmi vedere la casa. Lo fece passo a passo, stanza per stanza e segreto per segreto, il tutto commentato dal suo divertente, delizioso chiacchiericcio infantile, con il risultato che in mezz’ora diventammo grandi amiche. Piccola com’era, mi colpirono, durante tutto il nostro giretto la sua sicurezza e il suo coraggio; nelle camere vuote e per i cupi corridoi, su scale a chiocciola davanti alle quali dovevo a volte fermarmi e perfino in cima a una vecchia torre quadrata con le feritoie che mi diede le vertigini, squillava e mi trascinava la sua musica mattutina – quella sua tendenza a dare spiegazioni più che a chiederne. Non ho più visto Bly dal giorno della mia partenza, e mi arrischio a dire che rivelerebbe un’importanza molto ridotta ai miei occhi di oggi, più vecchi e più smaliziati. Ma mentre la mia piccola guida, con i suoi capelli d’oro e il vestitino azzurro, girava gli angoli danzando davanti a me e si inoltrava a passi rapidi e leggeri per i corridoi, io ebbi la visione di un castello da romanzo abitato da un roseo folletto, un luogo che, per il divertimento della fantasia infantile, poteva rubare tutto il colore ai libri di racconti e di fiabe. Non era forse solo un romanzo sul quale mi ero appisolata e sognavo? No: era una grande casa brutta, antiquata ma comoda, che comprendeva alcuni elementi di una costruzione più antica, in parte distrutta e in parte utilizzata, in cui vedevo noi stessi sperduti quasi come un piccolo gruppo di passeggeri in una grande nave alla deriva. Stranamente, al timone c’ero io!
Nave alla deriva
Crediti
Quotes per Henry James
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