Non lo si può negare

…che manca sempre una cosa, un bicchiere, una brezza, una frase, e la vita duole quanto più la si gode e quando più la si inventa…

Ero un poeta animato dalla filosofia, non un filosofo con facoltà poetiche. Amavo ammirare la bellezza delle cose, scoprire nell’impercettibile, attraverso le cose insignificanti, l’anima poetica dell’universo. La poesia della terra non muore mai. Possiamo dire che le età trascorse sono state più poetiche, ma non possiamo dire … La poesia è dappertutto, nella terra e nel mare, nei laghi e sulle rive dei fiumi. È anche nelle città, non lo si può negare, e ciò mi è palese dall’esser qui seduto: c’è poesia in questo tavolo, in questo foglio, in questo calamaio; c’è poesia in questa frenesia di automobili per le strade, in ogni minimo, comune, ridicolo movimento di un operaio che dipinge l’insegna di una macelleria dall’altra parte della strada. Il mio senso interiore predomina sui miei cinque sensi in modo tale da farmi vedere le cose di questa vita, ne sono convinto, in un modo diverso dagli altri. Esiste in me, esisteva, tutta una ricchezza di significato in una cosa così ridicola come una chiave, un chiodo su una parete, i baffi di un gatto. Trovo una completezza di suggestività spirituale nello spettacolo di una chioccia con i suoi pulcini che imperterriti attraversano la strada. Trovo un significato più profondo delle lacrime umane nell’odore di sandalo, nei vecchi barattoli buttati nella spazzatura, in una scatola di fiammiferi abbandonata in un rigagnolo, in due fogliacci sporchi che, un giorno di vento, svolazzavano e si rincorrevano lungo una strada. Perché la poesia è meraviglia, stupore, come se un essere cadesse dai cieli pienamente cosciente della sua caduta, attonito delle cose. Come se uno conoscesse l’anima delle cose, e si sforzasse di recuperare questa sua conoscenza, ricordandosi che non era così che lui le conosceva, non con queste forme e in queste condizioni, ma non ricordarsi di null’altro.

Crediti
 Fernando Pessoa
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