Non ti dà la nausea?
Creonte: Ma dimmi: con che cosa ti ho comprato io? Con lo splendore della spada regale che desideri portare precedendomi? Con un posto accanto a me sul mio carro? Queste cose riempiono la tua anima fino all’orlo?
Scudiero: Non mi hai comprato, se non col fatto che tu sei Creonte, e re nato. Bada che questo posso provartelo, Signore, con una scritta che sta sul mio petto.
Creonte: La cicatrice qui, sopra il cuore?
Scudiero: Sì. È stata fatta nella notte quando tutti a Tebe eravamo inginocchiati, e nel buio i sacerdoti cantavano preghiere agli dei. Te la portava il vento della notte? Tutto questo era per te.
Creonte: Era la notte che andai ad affrontare la Sfinge?
Scudiero: La notte. In una volta si spensero tutte le luci, tutti i canti tacquero, tutti pregavano per te; ma a me la mia preghiera sembrava troppo piccola perché fatta solo di pensieri, per quanto ardenti, e anche i pensieri si fondano sulla nullità della parola. Così ho preso il coltelletto che portavo alla cintura e ho fatto scorrere il mio sangue per te.
Creonte: E io prima che venisse il grigio mattino ero già di ritorno: sterile era stata la mia andata e inutile il tuo sacrificio. Non ti dà la nausea?
Scudiero: In quella notte gli dei non hanno voluto, e ti hanno dato un segnale: hanno fatto in modo che l’uomo che ti reggeva la fiaccola scivolasse e precipitasse nel burrone; per questo hai dovuto tornare indietro. Allora, bada, io non sapevo che nella vita dovevo ancora aprire gli occhi, e non sapevo che il tuo scudiero giaceva dove solo gli avvoltoi lo avevano trovato.
Creonte: Mida sono io, Mida, a cui tutto quello che toccava subiva una trasformazione orribile. Sì, io ti ho comprato, sciocco ragazzo, e non sono stati gli dei a precipitare nel burrone l’uomo che portava la fiaccola.
Scudiero: Su una strada come quella non si inciampa a caso.
Creonte: Nel suo dorso sta piantato il mio pugnale.
Scudiero: Non dirlo! Dimmi che vuoi soltanto mettermi alla prova! Se lo odiavi, perché gli hai dato la tua spada da portare?
Creonte: Ragazzo, io non so se lo odiavo o lo amavo. Ma mentre lui camminava davanti a me, io sentivo che nel suo cuore non credeva che avrei vinto, capisci? Lo sentivo dal suo passo, lo vedevo dal suo dorso: per questo l’ho pugnalato. (Il ragazzo si copre il viso) Quando l’uomo che portava la fiaccola davanti a me mi abbandonava nel suo intimo, non era forse un traditore? (Il ragazzo trema) Taci? Vuoi dire che deciderlo poteva solo una persona che sapesse se nel suo cuore mi tradiva? Forse nel suo cuore soffriva del suo dubbio. Ascolta, ti dico: per chi è così, è meglio non vivere. Sono le anime semplici che devono vivere, ragazzo. E ora, ragazzo, vuoi ancora essere lo scudiero di Creonte?
Scudiero (Per terra) Lasciami.
Creonte (Chinato su di lui) Beato te, se ti ho insegnato la paura e procederai sempre come chi non ha minacce alle sue spalle. (Pausa) E dunque comprato sì, comprato con la vita dell’uomo che prima di te portava la mia spada… (Pausa) È come se un qualcosa mi avesse guidato la mano nel colpo sordo; forse era il tuo demone, ragazzo? Ragazzo, non hai forse giocato un avido gioco col tuo sangue, quella notte?
Scudiero (Alzandosi) Ahimè, se rimango con te ora il tuo cuore pensa che mi hai comprato con lo splendore della tua spada e con il posto sul tuo carro.
Creonte (Alla porta) Non senti come gli antichissimi canti dei morti penetrano da tutti i muri in onore di Laio? La regina è forte. Lasciami ragazzo! Chi non è sciocco abbandona la nave che sta per affondare.
Scudiero (Si alza sconvolto) Il tuo sguardo è triste, signore, come non l’ho visto mai: viene a me da un abisso d’angoscia. Signore, quanto poco conosco il tuo animo: sento che puoi essere qui e anche altrove. Mio re, dove sei?
Creonte: Anima semplice, io sono sempre dove non voglio essere. Che cosa darei adesso per essere con te che ho comprato, e sono invece, credo, col morto che si sta putrefacendo nel burrone.

Crediti
 Hugo von Hofmannsthal
 Edipo e la Sfinge
 Pinterest • Lorenzo Quinn The force of nature •