Selbstportrait mit an die brust gelegten haendenLa sorveglianza gerarchizzata, continua e funzionale non è, senza dubbio, una delle grandi «invenzioni» tecniche del secolo Diciottesimo, ma la sua insidiosa estensione deve l’importanza che le è propria in questo periodo ai nuovi meccanismi di potere che porta con sé. Grazie ad essa, il potere disciplinare diviene un sistema «integrato», legato dall’interno all’economia ed ai fini del dispositivo in cui si esercita. Esso si organizza inoltre come potere multiplo, automatico ed anonimo; poiché, se è vero che la sorveglianza riposa su degli individui, il suo funzionamento è quello di una rete di relazioni dall’alto al basso, ma, anche, fino a un certo punto, dal basso all’alto e collateralmente. Questa rete fa «tenere» l’insieme e lo attraversa integralmente con effetti di potere che si appoggiano gli uni sugli altri: sorveglianti perpetuamente sorvegliati. Il potere, nella sorveglianza gerarchizzata delle discipline, non si detiene come una cosa, non si trasferisce come una proprietà: funziona come un meccanismo. E, se è vero che la sua organizzazione piramidale gli assegna un «capo», è il meccanismo tutto intero a produrre «potere» e a distribuire gli individui in questo campo permanente e continuo. Ciò che permette al potere disciplinare di essere contemporaneamente assolutamente indiscreto – perché è dappertutto e sempre all’erta e perché non lascia, in linea di principio, alcuna zona d’ombra e controlla senza posa quelli stessi che sono incaricati di controllare, e assolutamente «discreto», perché funziona in permanenza e in gran parte in silenzio. La disciplina fa «funzionare» un potere relazionale che si sostiene sui suoi propri meccanismi e che, allo splendore delle manifestazioni, sostituisce il gioco ininterrotto di sguardi calcolati.

Crediti
 Michel Foucault
 Sorvegliare e punire
 SchieleArt •  Selbstportrait mit an die brust gelegten haenden • 




Quotes per Michel Foucault

La verità trova la sua manifestazione e il suo segno nella percezione evidente e distinta. Alle parole spetta ora tradurla, se possono, giacché non hanno più diritto ad esserne lo stampo. Il linguaggio si ritira tra gli esseri per entrare nella sua età di trasparenza e di neutralità.

Scrivere per non morire, o forse anche parlare per non morire, probabilmente è una mansione vecchia quanto la parola. Le decisioni più mortali, inevitabilmente, vengono tenute in sospeso per tutto il tempo almeno del loro racconto. Il discorso, si sa, ha il potere di trattenere la freccia già scoccata, in una contrazione del tempo che è il suo spazio specifico…

La verità è un campo di battaglia in cui si giocano potere e libertà.  La politica della verità

La libertà è qualcosa che si fabbrica in ogni istante.

Vi è essere solo perché vi è vita e, nel moto fondamentale che li destina alla morte, gli esseri dispersi e instabili si formano per un istante, si arrestano, la rapprendono […]. L'esperienza della vita si dà pertanto come la legge più generale degli esseri, la rivelazione della forza primitiva a partire dalla quale essi sono. […] Ma questa ontologia non svela tanto ciò che fonda gli esseri quanto piuttosto ciò che li porta un istante ad una forma precaria.  Le parole e le cose