Occupare il vuoto di comunicazione
Poi si cresce, e nell’educazione della prima infanzia vedo padri e madri che promuovono un’educazione fisica e un’educazione intellettuale, ma non un’educazione emotiva, che e poi l’educazione dei sentimenti, delle emozioni, degli entusiasmi, delle paure. Tutte queste cose il bambino le organizza da sé come può e soprattutto con gli strumenti che non ha.
Tra una palestra e un corso di nuoto perché bisogna crescere con un bel corpo, tra una spiegazione ora sbrigativa, ora articolata, ora un po’ imbrogliata perché bisogna diventare intelligenti, quanto passa tra genitori e figli di quella comunicazione indiretta per cui si sente nella pancia, prima che nella testa, che del padre e della madre ci si può fidare, perché li si avverte il proprio fianco nei primi movimenti un po’ impacciati della vita? Cura del corpo, cura dell’intelligenza, ma quanta cura dell’anima?
Qui gli adulti annaspano un po’. E veicolano l’amore attraverso le cose che in abbondanza acquistano per soddisfare quei desideri infantili che vanno a occupare il vuoto di comunicazione, che già manifesta i suoi primi segni nella svogliatezza, nell’indolenza, nella pigrizia, nella ribellione e, nei casi più gravi e anche se meno eclatanti, nella rassegnazione depressiva.

Crediti
 Umberto Galimberti
 L'ospite inquietante
 SchieleArt • Heritage Images Nude Self-Portrait • 1910




Quotes per Umberto Galimberti

E allora se a te ti aiuta andare a Lourdes, se a te ti aiuta Padre Pio, se ti aiuta la speranza, se ti aiuta le fede, la credenza nell'immortalità, perché te la devo togliere? Ma io te le lascio tutte queste cose che ti aiutano a vivere! Però non posso negare che sono illusioni. Illusioni per vivere. Punto.

Mettendo alla prova se stessi in modo continuo e ripetitivo, controllando con la bilancia la misura delle prestazioni effettuate e dei risultati raggiunti, realizzando comportamenti coatti che poco hanno a che fare con la salute del corpo, ci si attorciglia in una spirale di autopunizioni dove non si riconosce più chi punisce e chi è punito.  I vizi capitali e i nuovi vizi

Come si può pensare di educare i ragazzi a scuola leggendo i Promessi Sposi? Un libro il cui messaggio è: la provvidenza fa la storia. Si insegna la passività più totale. Si parla con le parole del cristianesimo puro: auspico, spero. Si insegna che il passato è male, il presente è di redenzione e il futuro di speranza. Ma cosa c’è da sperare? Il futuro non è un tempo che porta rimedio.

Amore è solo la chiave che ci apre le porte della nostra vita emotiva di cui ci illudiamo di avere il controllo, mentre essa, ingannando la nostra illusione, ci porta per vie e devianze dove, a nostra insaputa, scorre, in modo tortuoso e contraddittorio, la vitalità della nostra esistenza.

L'amore è tra me e quel fondo abissale che c'è dentro di me, a cui io posso accedere grazie a te. L'amore è molto solipsistico; e tu, con cui faccio l'amore, sei quel Virgilio che mi consente di andare nel mio Inferno, da cui poi emergo grazie alla tua presenza (perché non è mica detto che chi va all'Inferno poi riesca a uscire di nuovo). Grazie alla tua presenza io emergo: per questo non si fa l'amore con chiunque, ma con colui/lei di cui ci si fida; e di che cos'è che ci si fida? Della possibilità che dopo l'affondo nel mio abisso mi riporti fuori.