Non mi occorre consultare oroscopi o alberi genealogici. Di quel che è scritto nelle stelle, o nel mio sangue, io non so nulla. So di venire dai fondatori mitologici della razza. L’uomo che leva la santa bottiglia alle labbra, il criminale che s’inginocchia nella piazza del mercato, l’ingenuo il quale scopre che tutti i cadaveri puzzano, il pazzo che danza con un fulmine in mano, il frate che solleva la tonaca per pisciare sul mondo, il fanatico che fruga le biblioteche e cerca del Verbo – tutte queste persone si fondono in me, tutte fanno la mia confusione, la mia estasi. Se non disumano, è perché il mio mondo ha vuotato in un cesso tutti i legami umani, perché essere umano par cosa povera, triste, miseranda, limitata dai sensi, ristretta dalla morale e dai codici, definita dalle ovvietà e dagli ismi. Mi riverso il succo dell’uva giù per la gola e ci scopro saggezza, ma la mia saggezza non nasce dall’uva, la mia ubriachezza non deve nulla al vino.
Oggi io sono consapevole della mia ascendenza
Crediti
Ancora nessun commento