Case colonicheE cos’è che impararono gli allievi di Amalfitano? Impararono a recitare a voce alta. Mandarono a memoria le due o tre poesie che più amavano per ricordarle e recitarle nei momenti opportuni: funerali, nozze, solitudini. Capirono che un libro era un labirinto e un deserto. Che la cosa più importante del mondo era leggere e viaggiare, forse la stessa cosa, senza fermarsi mai. Che una volta letti gli scrittori uscivano dall’anima delle pietre, che era dove vivevano da morti, e si stabilivano nell’anima dei lettori come in una prigione morbida, ma che poi questa prigione si allargava o scoppiava. Che ogni sistema di scrittura è un tradimento. Che la vera poesia vive tra l’abisso e la sventura e che vicino a casa sua passa la strada dei gesti gratuiti, dell’eleganza degli occhi e della sorte di Marcabruno. Che il principale insegnamento della letteratura era il coraggio, un coraggio strano, come un pozzo di pietra in mezzo a un paesaggio lacustre, un coraggio simile a un vortice e a uno specchio. Che leggere non era più comodo che scrivere. Che leggendo s’imparava a dubitare e a ricordare. Che la memoria era l’amore.

Crediti
 Roberto Bolaño
 I dispiaceri del vero poliziotto
 SchieleArt •  Case coloniche • 1907




Quotes per Roberto Bolaño

La situazione reale: stavo da solo in casa, avevo ventotto anni, ero appena tornato dopo aver passato l'estate fuori dalla provincia, a lavorare, e le stanze erano piene di ragnatele. Non avevo più un lavoro e i soldi, col contagocce, mi sarebbero bastati per quattro mesi. Non avevo nemmeno speranze di trovare un altro lavoro. Alla polizia mi avevano rinnovato il permesso di soggiorno per tre mesi. Non autorizzato a lavorare in Spagna. Non sapevo che fare. Era un autunno benigno.  Tre

E anche se alcune notti non posso evitare di chiedermi perché doveva toccare proprio a me, alla fine ho accettato il mio destino. Essere soli rafforza. Lo disse Nietzsche (...). Essere soli rafforza. Santa verità. E conforto per gli stolti, perché anche se vorrei essere accompagnato, questo è il momento in cui nessuno si avvicina alla mia ombra.

La lettura è piacere e gioia di essere vivo o tristezza di essere vivo e soprattutto è conoscenza e domande. La scrittura, invece, di solito è vuoto. Nelle viscere dell'uomo che scrive non c'è nulla.

Capii allora, con umiltà, con perplessità, in uno slancio di messicanità assoluta, che eravamo governati dal caso e che in quella tempesta saremmo annegati tutti, e capii che solo i più astuti, di certo non io, sarebbero rimasti ancora un po' di tempo a galla.

La lettura è piacere e gioia di essere vivo o tristezza di essere vivo e soprattutto è conoscenza e domande. La scrittura, invece, di solito è vuoto. Nelle viscere dell'uomo che scrive non c'è nulla.


Riferimenti