La morte è soltanto una seconda nascita verso un’esistenza più libera, laddove lo spirito rompe il suo angusto involucro lasciandolo in terra a imputridire, così come il bambino fa con il proprio involucro alla sua prima nascita.
Tutto ciò che con i nostri sensi attuali percepiamo esteriormente e quasi solo di lontano, sarà allora da noi penetrato e avvertito nel suo intimo. Lo spirito non si limiterà più a sfiorare monti e piante; esso, circonfuso dall’ebbrezza della primavera, non sarà più tormentato dal rimpianto che tutto ciò gli rimarrà solo esteriore, ma penetrerà monte e pianta sentendone la potenza e il soffio nella crescita.
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