Nel libro Organi senza corpi. Deleuze e le sue implicazioni, Slavoj Žižek si confronta con la filosofia di Gilles Deleuze, un pensatore che ha rivoluzionato il concetto stesso di differenza. Questo capitolo, intitolato Differenza e ripetizione, si focalizza sull’omonima opera di Deleuze, in cui il filosofo francese espone la sua teoria della differenza come nucleo fondamentale di ogni forma di pensiero e creatività. Žižek, da una prospettiva psicoanalitica e dialettica, analizza come la differenza non sia semplicemente un’opposizione al concetto di identità, ma piuttosto un dinamismo che produce novità.
Per Deleuze, la differenza si allontana dal concetto tradizionale di variazione relativa a un’identità preesistente. Essa diventa un meccanismo ontologico primario che opera indipendentemente da qualsiasi riferimento all’identità. La ripetizione, in questo contesto, non è una semplice reiterazione del medesimo, ma un processo creativo che reinventa ciò che viene ripetuto, trasformandolo e adattandolo a nuove situazioni. Deleuze lega questa idea alla produzione di soggettività, al divenire e al superamento delle categorie rigide imposte dal pensiero rappresentazionale.
Žižek riflette criticamente su questi concetti, inserendoli in un quadro dialettico. Egli individua una tensione tra la ripetizione intesa come una condizione per la creazione di nuovi significati e la sua possibile deriva verso l’alienazione. La ripetizione, pur essendo fonte di innovazione, rischia di fossilizzarsi in schemi rigidi, generando così un paradosso tra continuità e trasformazione. Attraverso la lente della psicoanalisi lacaniana, Žižek sottolinea come il desiderio umano giochi un ruolo essenziale in questo processo: la ripetizione non è mai neutrale, ma attraversata da una mancanza che spinge l’individuo a cercare continuamente qualcosa di nuovo.
Un punto cruciale dell’analisi di Žižek riguarda il modo in cui Deleuze associa la differenza e la ripetizione al piano di immanenza. Questo piano è descritto come un campo aperto e fluido dove le categorie tradizionali perdono di significato, e dove emergono nuove possibilità per il pensiero e la vita. Žižek interpreta questo piano come uno spazio che, pur offrendo libertà creativa, può risultare difficile da abitare per il soggetto contemporaneo, spesso intrappolato in dinamiche capitalistiche che sfruttano la differenza per produrre nuove forme di consumo.
Differenza e ripetizione rappresenta per Žižek non solo un confronto con Deleuze, ma un’occasione per interrogarsi sulle possibilità e sui limiti del pensiero contemporaneo. Se da un lato la filosofia della differenza apre a nuovi orizzonti di significato e trasformazione, dall’altro evidenzia le tensioni e i paradossi che accompagnano la nostra condizione esistenziale. Žižek invita il lettore a riflettere criticamente su come queste idee possano essere applicate nel mondo attuale, evitando di ridurle a semplici slogan o a strumenti per alimentare la logica del mercato.
Sinossi del libro 'Organi senza corpi. Deleuze e le sue implicazioni' di Slavoj Žižek
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Però in Platone si dà un'enorme importanza agli archetipi, quali idee metafisiche, «
paradigmi
» o modelli, mentre gli oggetti reali sono trattati alla stregua di semplici copie di questi modelli ideali. La filosofia medievale, dai tempi di S. Agostino – dal quale ho preso l'idea di archetipo – fino a Malebranche e a Bacone, segue ancora le orme di Platone. […] Da Cartesio a Malebranche in poi, il valore metafisico dell'idea o archetipo va gradatamente deteriorandosi. L'idea diventa un «pensiero», una condizione gnoseologica interna, come dice chiaramente Spinoza […] Infine Kant riduce gli archetipi a un numero limitato di categorie della conoscenza.
Carl Gustav Jung Istinto e inconscionewtoniano (aggettivo) ⋯ Relativo a una filosofia dell'universo, inventata da Newton, il quale scoprì che una mela doveva cadere a terra, ma non ne seppe spiegare il perché.
Ambrose Bierce Il dizionario del diavoloFilosofia non è altro che amistanza a sapienza.
Dante Alighierie si sostiene che rimane pur sempre la libertà di pensare ad altre cose, di scegliere o di prendersi cura per altre cose che non siano la filosofia, questa libertà è la libertà di trovarsi nell’infondatezza o addirittura nella contraddizione.
Emanuele SeverinoTutto è ignoto: un enigma, un inesplicabile mistero. Dubbio, incertezza, sospensione del giudizio appaiono l'unico risultato della nostra più accurata indagine in proposito. Ma tale è la fragilità della ragione umana, e tale il contagio irresistibile delle opinioni, che non è facile tener fede neppure a questa posizione scettica, se non guardando più lontano e opponendo superstizione a superstizione, in singolar tenzone; intanto, mentre infuria il duello, ripariamoci felicemente nelle regioni della filosofia, oscure ma tranquille.
David Hume
L’essere e il nulla di Jean-Paul Sartre
Questo capolavoro dell’esistenzialismo esplora il concetto di libertà e la sua relazione con l’essere. Sartre analizza come il soggetto si definisca attraverso scelte e azioni, mettendo in luce la tensione tra autenticità e alienazione. L’opera è una riflessione fondamentale sui concetti di coscienza e trascendenza.
Differenza e ripetizione di Gilles Deleuze
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La grammatologia di Jacques Derrida
Derrida affronta il concetto di scrittura e decostruzione, mettendo in discussione la centralità della parola parlata nella tradizione filosofica occidentale. L’opera esplora la differenza e il significato, aprendo nuovi orizzonti per il pensiero critico.
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