Mario Cresci  ⋯ CiltliLa teoria dell’impeto, elaborata principalmente da Giovanni Buridano presso l’Università di Parigi nel XIV secolo, rappresenta uno dei contributi più significativi del pensiero medievale allo sviluppo della fisica moderna. Questa teoria emerse come risposta alle limitazioni della fisica aristotelica, in particolare riguardo alla spiegazione del movimento dei proiettili.

Nel sistema aristotelico, ogni movimento richiedeva un contatto costante tra il motore e l’oggetto mosso, creando difficoltà nell’interpretazione di fenomeni come il movimento continuo di un proiettile dopo il distacco dalla sua fonte di movimento. Buridano propose una soluzione innovativa introducendo il concetto di impeto, una qualità permanente impressa nel corpo in movimento.

La concezione dell’impeto secondo Buridano presentava caratteristiche sorprendentemente moderne. Egli lo definì come una forza proporzionale sia alla quantità di materia del corpo che alla sua velocità, anticipando in modo notevole il concetto moderno di momento. Questa intuizione rappresentava un significativo allontanamento dalla fisica aristotelica tradizionale.

L’applicazione della teoria non si limitava al movimento terrestre. Buridano estese il concetto ai fenomeni celesti, suggerendo che i pianeti mantenessero il loro movimento grazie all’impeto originariamente impresso da Dio al momento della creazione. Questa interpretazione offriva una spiegazione meccanica del movimento celeste, contribuendo a ridurre la distinzione aristotelica tra fisica celeste e terrestre.

La teoria dell’impeto ebbe profonde implicazioni filosofiche. L’idea che un corpo potesse mantenere il movimento senza necessitare di un motore esterno continuo rappresentava una sfida diretta ai principi fondamentali della fisica aristotelica. Questa concezione si diffuse rapidamente nelle università europee, influenzando pensatori successivi come Nicole Oresme e contribuendo al graduale superamento del paradigma aristotelico.

Sebbene la teoria dell’impeto non sia identica alla moderna legge d’inerzia, rappresentò un passo cruciale verso la sua formulazione. Il suo sviluppo dimostra come il periodo medievale, lungi dall’essere un’epoca di stagnazione intellettuale, abbia contribuito in modo significativo all’evoluzione del pensiero scientifico attraverso un processo di critica e innovazione concettuale all’interno delle università medievali.

Crediti
 Autori Vari
  Sinossi del libro 'Le origini medievali della scienza moderna' di Edward Grant
 Pinterest • Mario Cresci Ciltli • 




Quotes per Autori Vari

Gli uomini temono il pensiero più di qualsiasi cosa al mondo, più della rovina, più della morte stessa. Il pensiero è rivoluzionario e terribile. Il pensiero non guarda ai privilegi, alle istituzioni stabilite e alle abitudini confortevoli. Il pensiero è senza legge, indipendente dall'autorità, noncurante dell'approvata saggezza dell'età. Il pensiero può guardare nel fondo dell'abisso e non avere timore. Ma se il pensiero diventa proprietà di molti e non privilegio di pochi, dobbiamo finirla con la paura.

Durante la guerra, l'arte diventa una forma di resistenza e di espressione  Art in the Time of War

Nella vita non si può evitare il cambiamento, non si possono evitare le perdite. La libertà e la felicità risiedono nella flessibilità e nella facilità con le quali ci muoviamo attraverso il cambiamento.

La tua immagine abita tra il mio occhio
e la mia palpebra chiusa. Il tuo ricordo
s'insinua in ogni battito
del mio cuore.
Il tuo amore si è trasfuso
dentro le mie ossa;
vi fluisce come la linfa
nel cuore segreto del ramo.

La storia d'Africa è stata sempre raccontata dal cacciatore e sarà assai diversa quando un giorno potrà essere raccontata da un leopardo.


Riferimenti