La carezza elastica e delicata di una morbida gamba di ragazza che si ritrae e contemporaneamente continua a premere contro la vostra, i capelli fragranti vicino alla vostra bocca, una guancia che lascia un velo di cipria sul bavero di seta della giacca… tutte quelle banalità immemorabili e dolci lo eccitavano profondamente. Gli piaceva ballare con una bionda sconosciuta, gli piaceva la conversazione vacua e casta attraverso la quale si presta ascolto da vicino a quel fenomeno vago e ammaliante che si verifica dentro di noi e dentro di lei, che durerà ancora un paio di battute musicali e poi, in mancanza di una conclusione, svanirà per sempre e finirà del tutto dimenticato. Ma fintanto che il legame fra i corpi permane, cominciando a prendere forma i contorni di una potenziale relazione amorosa, e l’abbozzo schematico comprende già tutto: l’improvviso silenzio fra due persone in una stanza illuminata fiocamente; l’uomo che con dita tremanti appoggia con cautela sul bordo di un posacenere la sigaretta appena accesa ma d’intralcio; gli occhi della donna che si chiudono lentamente come nella scena di un film; l’oscurità estatica, in cui vi è un punto luminoso, e una scintillante limousine che corre spedita nella notte piovosa e, a un tratto, una spianata bianca e l’increspatura abbacinante del mare, mentre Martin sussurra alla ragazza che ha portato con sé: «Come ti chiami… dimmi come ti chiami
».
Oscurità estatica
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