Perché noi diciamo che la presente guerra è vicina alla pace perenne? Questa guerra è il risultato dello sviluppo della crisi generale del capitalismo mondiale, una crisi che era già iniziata quando scoppiò la Prima guerra mondiale; questa crisi generale spinge i paesi capitalisti in una nuova guerra e, soprattutto, trascina i paesi fascisti verso nuove avventure di guerra. Noi possiamo prevedere che
questa guerra, invece di salvare il capitalismo, ne affretterà il crollo. Essa sarà più vasta e spietata di quella di vent’anni fa, coinvolgerà inevitabilmente tutte le nazioni, si protrarrà a lungo e porterà grandi sofferenze all’umanità. Ma grazie all’esistenza dell’Unione Sovietica e all’aumentata coscienza politica dei popoli del mondo, senza dubbio nasceranno da questa guerra grandi guerre rivoluzionarie che si opporranno a tutte le guerre controrivoluzionarie, dando così a questa
guerra il carattere di una guerra per la pace perenne. Anche se più tardi ci sarà
un altro periodo di guerre, la pace perenne nel mondo non è lontana. Quando l’umanità avrà eliminato il capitalismo, raggiungerà l’epoca della pace perenne e non avrà più bisogno delle guerre. Non ci sarà più bisogno di eserciti, di navi da guerra, di aerei militari né di gas asfissianti. Dopo di allora l’umanità non
conoscerà mai più la guerra. Le guerre rivoluzionarie già cominciate fanno parte
della guerra per la pace perenne.
[…] Noi comunisti non solo non ci opponiamo alle guerre giuste, ma vi partecipiamo attivamente. La Prima guerra mondiale è un esempio di guerra ingiusta: le due parti combattevano per interessi imperialisti ed è per questo che i comunisti di tutto il mondo si opposero risolutamente ad essa. Il mezzo per
opporsi a una guerra di questo genere è fare tutto il possibile per impedirla prima
che scoppi; ma una volta scoppiata, bisogna opporsi alla guerra con la guerra, opporsi alla guerra ingiusta con la guerra giusta, ogni volta che sia possibile. […] La nostra guerra è sacra e giusta, è progressista e mira alla pace. Non alla pace nel nostro paese soltanto ma in tutto il mondo, non a una pace temporanea, ma alla pace perenne. Per raggiungere questo obiettivo dobbiamo condurre una lotta all’ultimo, sangue prepararci a qualsiasi sacrificio e tenere duro fino in fondo; non cesseremo la lotta finché il nostro obiettivo non sarà raggiunto. I sacrifici potranno essere grandi, la lotta potrà durare a lungo, ma già si delinea chiaramente davanti a noi un nuovo mondo di pace e di luce perenni.
Sulla guerra di lunga durata
SchieleArt • Leopold Czihaczek Seated on a Red Sofa • 1906
Se, come diceva quel tale, la vita
è una lunga fuga dalla nascita, più
che una corsa verso la morte, allora
tanto vale trasformare questa
angoscia perenne in un sentimento
positivo: per sé e per gli altri. Detto
in termini brutali, la merda è
sempre merda. Ma se la smettiamo
di tirarcela in faccia, e cominciamo
invece a utilizzarla per coltivare
fiori, allora diventa infinitamente
più utile. Addirittura gradevole.
Fabrizio de Andre'Conformarsi è sottomettersi e vincere è conformarsi, essere vinto. Per questo ogni vittoria è una grossolanità. I vincitori perdono sempre tutte le qualità di insoddisfazione verso il presente che li hanno portati alla lotta che ha dato loro la vittoria. Sono soddisfatti, e soddisfatto può essere solo colui che si conforma, che non ha la mentalità del vincitore. Vince solo chi non riesce mai. È forte solo chi desiste sempre. La cosa migliore, la più regale, è abdicare.
Fernando Pessoa Una sola moltitudineCol tempo, mi sono accorto che anche i migliori d'altri non potevano fare a meno di uccidere o di lasciar uccidere: era nella logica in cui vivevano, e noi non possiamo fare un gesto in questo mondo senza rischiare di far morire. Sì, ho continuato ad avere vergogna e ho capito questo, che tutti eravamo nella peste; e ho perduto la pace. Ancora oggi la cerco, tentando di capirli tutti e di non essere il nemico mortale di nessuno.
Albert Camus La pestePossiamo perfino affermare che la disgregazione da parte della nostra natura, che è la maledizione del sangue e che lo è stata, se si può dire dar credito al Vecchio Testamento, da quando Dio ha cacciato Adamo ed Eva dal paradiso terrestre. Li ha resi dei senzatetto, li ha trasformati in esuli, e ha tuonato dietro di loro nella sua collera: D'ora in poi non avrete pace!
Da allora non ci è più stata concessa l'unione, né l'armonia.
Jón Kalman Stefánsson Il mio sottomarino gialloIl capitale non si crea, ma si appropria del plusvalore creato dal lavoro
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Il Capitale di Karl Marx
Questo testo fondamentale del marxismo analizza il funzionamento del capitalismo, svelando le sue contraddizioni interne e la sua tendenza all’accumulazione di capitale a scapito dei lavoratori. Marx dimostra come il sistema capitalistico generi disuguaglianze sociali e sfruttamento, ponendo le basi per una critica radicale dell’ordine economico esistente e per la proposta di una società senza classi. L’opera si concentra sull’analisi del modo di produzione capitalistico, dalla circolazione delle merci al ruolo del plusvalore nella creazione del profitto. La crisi del capitalismo descritta nel testo è coerente con l’analisi di Marx.
Il Manifesto del Partito Comunista di Karl Marx e Friedrich Engels
Questo testo, scritto nel 1848, espone le idee fondamentali del comunismo, offrendo una critica serrata del capitalismo e una visione della società futura senza classi. Il Manifesto descrive il conflitto di classe tra borghesia e proletariato, predice la rivoluzione proletaria e l’avvento del comunismo, una società caratterizzata da uguaglianza sociale ed economica. L’opera è un appello all’azione, un invito ai lavoratori di tutto il mondo a unirsi nella lotta per la liberazione. La prospettiva di una pace perenne dopo la caduta del capitalismo è coerente con la visione del Manifesto.
Imperialismo, fase suprema del capitalismo di Vladimir Il’ič Lenin
Lenin analizza l’imperialismo come stadio finale del capitalismo, caratterizzato dalla concentrazione del capitale, dalla spartizione del mondo in zone di influenza e dalla crescente competizione tra le potenze imperialiste. L’opera evidenzia come l’imperialismo porti all’oppressione delle nazioni colonizzate e alla guerra, rendendo necessaria la rivoluzione socialista per superare questa fase del capitalismo. Lenin sottolinea il ruolo delle banche e delle grandi imprese monopolistiche nella gestione dell’imperialismo e nella sua espansione globale. Il testo analizza la guerra come conseguenza dell’imperialismo, in linea con l’analisi di Lenin.
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