Alvin LangdonParliamo del parassitismo, che è proprio dell’imperialismo. Come abbiamo visto, la base economica più profonda dell’imperialismo è il monopolio, originato dal capitalismo e trovantesi, nell’ambiente generale del capitalismo, della produzione mercantile, della concorrenza, in perpetuo e insolubile antagonismo con l’ambiente medesimo. Nondimeno questo monopolio, come ogni altro, genera la tendenza alla stasi e alla putrefazione. Nella misura in cui s’introducono, sia pur transitoriamente, i prezzi di monopolio, vengono paralizzati, fino ad un certo punto, i moventi del progresso tecnico e quindi di ogni altro progresso, di ogni altro movimento in avanti, e sorge immediatamente la possibilità economica di fermare artificiosamente il progresso tecnico. […] Ed ancora. L’imperialismo è l’immensa accumulazione in pochi paesi di capitale liquido […]. Da ciò segue, inevitabilmente, l’aumentare della classe o meglio del ceto dei rentiers, cioè di persone che vivono del taglio di cedole, non partecipano ad alcuna impresa ed hanno per professione l’ozio. L’esportazione di capitale, uno degli essenziali fondamenti economici dell’imperialismo, intensifica questo completo distacco del ceto dei rentiers dalla produzione e dà un’impronta di parassitismo a tutto il paese, che vive dello sfruttamento del lavoro di pochi paesi e colonie d’oltre oceano. […] Nel paese più commerciale del mondo i profitti dei rentiers superano di cinque volte quelli del commercio estero! In ciò sta l’essenza dell’imperialismo e del parassitismo imperialista. Per tale motivo nella letteratura economica sull’imperialismo è di uso corrente il concetto di Stato rentier (Rentnerstaat) o Stato usuraio. Il mondo si divide in un piccolo gruppo di Stati usurai e in una immensa massa di Stati debitori. […] Lo Stato rentier è lo Stato del capitalismo parassitario in putrefazione. Questo fatto necessariamente influisce su tutti i rapporti politico-sociali dei relativi paesi, e quindi anche sulle due correnti principali del movimento operaio in generale. Per dimostrare ciò nella maniera più evidente, lasciamo la parola a Hobson, il quale è il più sicuro come testimone, poiché non gli si può rimproverare alcuna predilezione per l’ortodossia marxista; inoltre egli è inglese e conoscitore delle cose del suo paese, che è il più ricco così di colonie come di capitale finanziario e di esperienza imperialistica. Sotto l’impressione ancor fresca della guerra contro i boeri, Hobson descrive la connessione dell’imperialismo con gli interessi degli uomini di finanza, dell’aumento dei
profitti con gli appalti e le forniture, ecc. e a tale proposito scrive:
Coloro che fissano la direzione a questa esplicita politica parassitaria sono i capitalisti: ma gli stessi moventi esercitano la loro efficacia anche su determinate categorie di operai. In molte città i più importanti rami d’industria dipendono dalle commissioni governative, e questa è una delle non ultime ragioni dell’imperialismo dei centri delle industrie metallurgica e navale.

Riepilogo
Crediti
 Vladimir Il'ič Lenin
 L'Imperialismo, fase suprema del Capitalismo
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