Davvero incredibile ciò che la mente può fare staccando il pensiero e lasciandolo fluttuare, nel caso di Celan; e muovere poi, con la chiara e neutra razionalità di Bacchin, in ciò che ostruisce lo stesso pensiero, avvolto e contorto nella contraddizione, seguendone ogni passaggio. Questa è maestria e questo è il linguaggio, e per chi pensa che il tutto si possa riportare in un linguaggio più semplice e accessibile a chiunque, certo che lo si può fare, ma ciò che si verrebbe a capire, sarebbe solo un concetto, vuoto nell’essere accantonato poi, in quanto non lo si assorbe, lo si intende soltanto appunto. Invece in questo modo, sei costretto a muoverti non soltanto con il pensiero ma con tutto il tuo essere, che seguendone i passaggi si fa dinamica e di conseguenza, non lo si può accantonare, perché non solo lo si intende ma lo si comprende, è parte di sé, di quel sé, che si annulla nel movimento.
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