Perché temiamo le catastrofi sbagliateQuante probabilità ci sono che una centrale nucleare giapponese possa essere danneggiata una seconda volta (dopo Fukushima) da un terremoto fino a un incidente di livello 7, cioè come quello di Černobyl? Nessuna, ci hanno raccontato per anni i filonucleari: le centrali sono gli impianti industriali più sicuri del mondo. Quindi non dovremmo averne paura. Quante probabilità ci sono che, una volta arrestati, i processi di fusione divengano comunque inarrestabili? Poche, ci hanno ribadito, perché spaventarsi, dunque?
In realtà il rischio di incidenti è sempre incombente e, comunque, un incidente nucleare è più grave di qualsiasi altro in impianti di tipo diverso: cioè la probabilità è bassa, ma l’entità delle conseguenze molto elevata. Malfunzionamenti e incidenti lievi sono poi all’ordine del giorno in ogni centrale della Terra: in pratica nessun reattore è intrinsecamente sicuro e quelli in attività hanno costantemente problemi endemici, costosi e lunghi da riparare.
Inoltre il disastro di Černobyl ha dimostrato che l’esposizione cronica alle radiazioni ionizzanti ha effetti a oggi sconosciuti: anni dopo l’incidente crescevano ancora prodotti agricoli che mostravano tassi di mutazione abnormi e le conseguenze sulla popolazione erano fonte di costante allarme. Preoccupa soprattutto un’esperienza scientifica che ha portato a scoprire in alcuni bambini mutazioni genetiche che non esistevano nel patrimonio dei genitori né dei fratelli maggiori nati prima dell’incidente, né nei coetanei di regioni non contaminate. La cosa non dipendeva dunque dall’esposizione in un ambiente contaminato, altrimenti anche i fratelli (esposti per un periodo più lungo) avrebbero dovuto mostrare alterazioni. Le mutazioni erano sicuramente ereditate, cosa che veniva, invece, fino ad allora esclusa nel campo dei danni radioattivi. L’esposizione alle radiazioni danneggia il materiale genetico anche delle cellule riproduttive e l’alterazione si trasmette alle generazioni successive: una terrificante novità, se si considera che neanche a Hiroshima e Nagasaki era stata mai registrata una reazione simile.

Crediti