Preghiamo con la penna
Noi scriviamo non perché ciò che scriviamo abbia il minimo valore, ma per un atto di fede manifestato come una preghiera. Noi preghiamo con la penna, per confortare con la costanza originaria la fede vacillante e obbligata a traversare le sue giornate tra l’ironia, talvolta mascherata di malvagità, delle cose inanimate e di quelle viventi; noi preghiamo per chiudere in noi stessi e in ogni istante il circolo e il cielo eterno del destino; per chiudere in noi stessi il circolo magico in cui la fede e l’invitta presenza strettamente limitate e circoscritte divengono vaste come l’universo che le ignora; e tutto ritrovano nella propria inviolata solitudine.

Crediti
 Andrea Emo
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Quotes per Andrea Emo

Si parla continuamente di solitudine e di incomunicabilità tra gli uomini. Ma nel mondo di oggi ciò che ci manca è appunto la solitudine che è considerata la colpa maggiore, e siamo obbligati a stare sempre in linea di comunicazione; potessimo comunicare la nostra incomunicabilità! Che altro vale la pena di essere comunicato? Potessimo interrompere la comunicazione!  Quaderni di metafisica

Vi sono dei casi in cui, noi, occultamente, più o meno inconsciamente, temiamo più la realizzazione dei nostri espressi desideri, che il loro fallimento; ed è per reagire a questo sgradevole stato, più o chiaramente sentito, che noi desideriamo con sempre maggior violenza. Forse la nostra violenza nel desiderare è il desiderio di essere persuasi della nostra umanità con questi desideri.  Quaderni

Orfeo ed Euridice sono la stessa persona, sono la stessa soggettività, sono la stessa arte — Euridice è il distruggersi di Orfeo; Orfeo guardando Euridice che torna agli inferi ne è per sempre separato, ma anche è eternamente unito a Euridice, cioè a sé stesso, nell'atto e dall'atto del suo distruggersi — l'attualità del distruggersi è la sola soggettività — è la sola vera immortale unione.  Supremazia e Maledizione

Noi dunque, noi gli incontentabili, gli instabili, che cosa veramente vogliamo? Forse non possiamo saperlo perché ciò che veramente vogliamo è non volere. In questa volontà negativa il volere si riposa della sua straordinaria volubilità.

La presunzione dello sciocco è la punizione che egli infligge a sé stesso; perché senza questa presunzione, potrebbe essere consapevole della propria sciocchezza e perciò divenire nell'atto stesso, intelligente.