Quel tale tanto afflitto per la morte della moglie e dell’unico figlio, e angustiato da quella grave lite, perché mai in questo momento non è triste e lo vediamo così libero da tutti quei pensieri affliggenti e inquietanti? Non ve ne stupite: gli hanno gettato una palla e ora deve rimandarla al compagno; è intento a prenderla appena cade dal tetto per guadagnare un punto: come volete che pensi ai suoi guai, se ha per le mani quest’altro affare? Ecco una preoccupazione degna di occupare quella grande anima e di togliergli ogni altro pensiero della mente. Un altro, nato per conoscere l’universo, per giudicare tutte le cose, per governare uno Stato, eccolo occupato e indaffarato a prendere una lepre! E se non si abbassa a questo e volesse avere sempre la mente tesa, sarebbe ancora più sciocco, perché vuole elevarsi al di sopra dell’uomo, mentre in fin dei conti è un uomo, vale a dire capace di poco e di molto, di tutto e di niente: non è né angelo né bestia, ma un uomo.
Preoccupazione degna di occupazione
Crediti
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