
Si stabilì di mirare all’obiettivo senza lasciare nulla al caso, utilizzando i grandi centri della moda per influenzare il pubblico, poi creando un centro specializzato nel velluto e sostenuto dagli industriali del tessile. Il suo primo compito fu quello di mettersi in contatto con le manifatture lionesi e i sarti parigini per informarsi su ciò che facevano, incoraggiandoli a utilizzare il velluto per le loro linee di moda, in cambio ne avrebbero acquistato la produzione.
Nel gruppo di lavoro fu arruolato un parigino intelligente che andò a trovare Lanvin e Worth, Agnès, Patou Jeanne Lanvin (1867-1946) stilista francese lanciò per prima la moda infantile, specializzandosi poi nei vestiti ricamati (boleri, abiti da sera o per grandi cerimonie), fondò la sua casa a Parigi nel 1889. Charles Frédéric Worth (1825-1895) stilista francese di origini britanniche, giunse a Parigi dove lavorò in una casa di seterie, nel 1858 aprì la sua casa di moda che raggiunse una fama mondiale grazie alla principessa di Metternich e all’imperatrice Eugenia, dopo la guerra del 1870 collaborarono i figli, la maison Worth continuò la sua attività fino al 1952. Jean Patou, (1887-1936) stilista francese, principale concorrente di Chanel, impose una linea lunga e fluida che esaltava lo stile alla garçonne , la sua casa fondata nel 1919, superò la crisi del 1929 grazie al successo di profumi, come Amour-amour o Que sais-je? e continuò dopo la morte del fondatore e altri per esortarli a usare il velluto per i loro abiti e cappelli. La presentazione al grande pubblico si limitò a mostrare ai clienti americani, più precisamente alle eleganti donne americane, le creazioni in velluto uscite dagli atelier dei sarti e delle modiste. Le donne cominciarono a indossare capi di velluto perché piacevano e perché era di moda.
Posti anch’essi di fronte a questa situazione obiettiva (benché fabbricata ad arte) i redattori di moda dei magazine e dei giornali americani ne diedero notizia nei loro articoli, influenzando il pubblico dei consumatori. Così poco a poco il gusto per il velluto si estese a tutto il paese. La domanda creata lentamente, ma su basi certe, a Parigi guadagnò l’America. Un grande magazzino desideroso di imporsi sul mercato presentò abiti e cappelli in velluto ideati dai sarti francesi e rese noti i telegrammi elogiativi ricevuti da questi ultimi. L’eco del nuovo stile si diffuse da un capo all’altro del paese, in altri grandi magazzini animati dalle stesse ambizioni. Piovevano comunicati e lettere, la turista americana vestita di velluto da capo a piedi, si offriva ai fotoreporter che l’attendevano all’arrivo della nave.
Questa concatenazione di circostanze prodotte ad arte, ebbe l’effetto voluto. La moda volubile ritorna al velluto scrisse ironicamente un giornale, ma intanto migliaia di persone riuscirono a conservare il proprio posto di lavoro nell’industria tessile americana.
Se osserviamo la società nel suo insieme, dobbiamo riconoscere che la nuova propaganda serve, più spesso di quanto non si voglia ammettere, a circoscrivere le aspirazioni delle masse e realizzarle.
Affinché un desiderio di riforma si traduca nei fatti, non basta sia condiviso da molte persone, esse devono esprimerlo tanto chiaramente da imporlo con forza al legislatore. Milioni di casalinghe ritengono che bisognerebbe vietare la vendita di alcuni prodotti dannosi per la salute, ma i loro auspici individuali hanno ben poche possibilità di concretizzarsi sul piano giuridico, fino a quando questa richiesta, formulata sottovoce, non sarà organizzata, espressa in modo da essere ascoltata e rivolta direttamente al corpo legislativo o al Congresso sotto una forma che ottenga il risultato voluto.
Consapevolmente o no, queste casalinghe ricorrono alla propaganda per orchestrare la loro richiesta e far sì che venga soddisfatta.
È altresì evidente che le minoranze intelligenti devono, in maniera costante e sistematica, sollecitarci con la loro propaganda. Il proselitismo attivo di questi gruppi che riescono a coniugare l’interesse individuale con quello collettivo è il motore del progresso e dello sviluppo degli Stati Uniti. Soltanto l’energia dispiegata da alcuni cervelli brillanti può indurre tutta una popolazione a conoscere le nuove idee e applicarle.
Piccoli gruppi sono perciò in grado di indurci a pensare ciò che vogliono su un determinato argomento. Tuttavia in generale ogni propaganda ha i suoi partigiani e i suoi detrattori, gli uni e gli altri sono accaniti nel cercare di convincere la maggioranza.
Propaganda. Della manipolazione dell'opinione pubblica in democrazia
Traduzione di Augusto Zuliani
La nuova propaganda
SchieleArt • •
L'altro esiste sulla base della tua scomparsa ⋯
Non è una questione di produzione; è tutto nell'arte di scomparire. Solo ciò che viene alla luce nella modalità della scomparsa è veramente altro. Eppure quella scomparsa deve lasciare tracce, deve essere il luogo in cui appare l'Altro, il mondo o l'oggetto. Questo è davvero l'unico modo per l'Altro di esistere: sulla base della tua stessa scomparsa.
Jean Baudrillard L'altro visto da sé
Filosofia postmoderna, Riflessione sull'alterità, SaggioL'identità acquistata attraverso gli oggetti ⋯
La centralità della merce forgia un mondo in cui l'identità si compra, legando l'uomo a un sistema che lo domina col consumo
Zygmunt Bauman Consumo dunque sono
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La verità è un valore, ma spesso è scomoda.
Friedrich Nietzsche Su verità e menzogna in senso extramorale
Filosofia, Critica della morale, EpistemologiaLa tirannia della consuetudine ⋯
Una delle cause delle nostre miserie è che viviamo seguendo l'esempio altrui, ci lasciamo trascinare dalla consuetudine. Se fossero pochi a fare una cosa, noi non avremmo voglia di imitarli; ma una volta che s'è generalizzata una moda, la seguiamo, nella convinzione che una cosa diventi onorevole se è fatta da molte persone. Così per noi l'errore prende il posto dell'azione retta quando è diventato l'errore di tutti.
Lucio Anneo Seneca Lettere a Lucilio
Filosofia stoica, Epistole morali, Saggio filosoficoLa libertà dalla malattia del lusso ⋯
Honoré rallenta la vita, il lusso è malattia, meglio la libertà che il consumo
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La società della moda di Georg Simmel
Esplora il ruolo della moda nella società e come le tendenze siano influenzate dalle dinamiche sociali e culturali. Simmel analizza la moda come strumento di distinzione sociale e di propaganda.
Moda e cultura di Michael Godfrey
Discute come la moda non solo riflette ma influenza la cultura e le abitudini sociali. Godfrey esamina il ruolo della moda nella creazione di tendenze e nel plasmare l’opinione pubblica.
L’arte della propaganda di Jacques Ellul
Analizza le tecniche di persuasione e il loro utilizzo nella società moderna. Ellul esplora come la propaganda possa plasmare le opinioni e i comportamenti delle masse, con esempi pratici e storici.
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