Provvisoria e non duratura coerenza
Pensano che la terra sia un grumo di forze, un’aggressione contro il nulla, il disegno voluttuoso di un sasso arroventato contro l’aria dell’universo intero, e dichiarano necessario non capire l’esistenza della terra, ma solo accettarla, e operarla, con che essi intendono quella adesione corporale alle cose terrene, che si ottiene coi piedi e coi visceri e coi genitali, e colla saliva, e con tutto ciò che è violenza e passione.

Pensano all’universo come ad un insensato e sregolato atto di violenza ai danni del niente, né sanno pensare o tollerare la propria esistenza se non come violenza, o assalto contro quel nulla; dicono di esistere come forza, di non morire in quanto forza; difendono la nobiltà della loro atroce disperazione, e asseriscono che solo su di essa si fonda la provvisoria e non duratura coerenza di codesta aggressione.

Tuttavia essi non possono neppure accettare quella loro disperazione: e sempre si logorano intorno a quella loro condanna, di portare parole e sintassi dove è solo la forza. «Vedi» dice uno di essi «se si potesse parlare coi ginocchi di quella donna: se ci fosse, oltre al ritmo che la musica impone al mio corpo e al suo, se ci fosse una necessaria sintassi, che fornisse una collocazione grammaticale e sintattica e logica alle nostre membra. Qualcosa di libero e di necessario». Sanno che questo non è possibile, perché sanno che Dio non esiste.

Crediti
 Giorgio Manganelli
 Ti ucciderò, mia capitale
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Quotes per Giorgio Manganelli

La cultura, come oggi si intende, quella cosa che ci viene dalla scuola, non serve a capire assolutamente nulla, ma solo a degradare l'esperienza a informazione.

Non abbiamo mai conosciuto dinosauri, ma senza di loro saremmo diversi. Non riusciamo a stare mai a lungo senza parlare dei nostri sconosciuti amici. Oziamo al caffè, leggiamo libri futili, ci interroghiamo sull'aldilà, andiamo a votare, ascoltiamo Brahms; poi, d'un tratto, l'antica tarantola ci morde: che ne è dei dinosauri?

[La letteratura] è indifferente all'uomo. Mantiene i contatti con lui solo nella misura in cui costui cessa di essere umano.

Se ciò che fa la fortuna d'un poeta è un elemento tutto pratico, è chiaro come D'Annunzio debba ora essere circondato di diffidenza. Le sue parole sono prive di avventura: i suoi miti sono oratori e abbondevoli. Ora noi tendiamo alla purezza: che ha un contenuto morale ben definito: elusione, sacramentalità verbale. Ma il caso D'Annunzio va energicamente rievocato: prima che un nuovo attivismo lo faccia suo vessillifero – sarà bene capirlo. Capire D'Annunzio è una delle cose più difficili, adesso.  I saggi non usano punti esclamativi

Aveva sperimentato la tossicità dell'amore, ed aveva capito che la tossicità della distanza era solo alternativa alla tossicità dell'intimo.