Rivelazioni e sofferenza nel dramma teatrale
L’attore deve far funzionare il personaggio. È tutta una questione di rendere credibile il personaggio? Il personaggio dev’essere anche interessante e rivelatore, nonostante il fatto che la maggior parte delle persone, per come sono vissute nella loro vita, non siano né l’uno nell’altro. Dobbiamo considerare il fatto che se una persona media fosse ritratta realisticamente sul palco potremmo non crederci! Cosa ci farebbe un essere del genere in una commedia? Ci sono alcuni requisiti intrinseci dei personaggi, ossia l’essere ritratti in una condizione di quasi esposizione, l’essere costretti a rivelare qualche contraddizione o assurdità irrisolta, l’essere vicino all’orlo di qualche cambiamento di identità, e simili. Inutile dire che tutto questo potrebbe valere solo per il personaggio centrale, in quanto gli altri fungono da punti di riferimento della normalità. Tutto questo potrebbe essere considerato come una condizione di perturbazione potenziata in cui sta per essere osservato il fatto che essi non sono ciò che sembrano essere.
Naturalmente, non è mai veramente osservato una volta per tutte. Come abbiamo detto, la coscienza può arrivare solo fino a un certo punto, altrimenti la commedia svanirà e l’attore crollerà nel SUO RUOLO DI ATTORE.
Qualunque siano le rivelazioni fatte, devono essere della natura per velare un inganno più profondo. Ciò è fortemente indicato dalla recita nel dramma messo in scena da Amleto per portare le cose a un certo punto e svelare l’assassino. Rende Amleto il più enigmatico. L’attore, quindi, interpreta un uomo o una donna che entra in crisi, che è costretto a rivelare qualcosa di precedentemente nascosto. La forzatura della rivelazione è accompagnata dalla sofferenza e l’atto stesso della rivelazione LIBERA ENERGIA. Sia la sofferenza che l’energia (e la sofferenza è un tipo di energia) sono ridotte al minimo nella vita in cui la crisi è trattata come anormale. Non vogliamo che ciò che nascondiamo venga mostrato, proprio perché ci siamo impegnati a nasconderlo. I quadri psicologici sono quasi irrilevanti qui; ciò che è importante sono i fatti psicologici. Lo stato di crisi è una perturbazione fuori dalla norma. Quindi possiamo dire che gli attori si preoccupano di rappresentare lo stato anormale – così come ci piace considerarlo – in cui viene meno il controllo della vita. Così Edipo, Amleto, Brand, Blanche, ecc. La crisi, il crollo, ci rivela qualcosa di ciò che accade continuamente, in quell’intervallo di fallimento possiamo vedere ciò che è stato nascosto dal successo. Possiamo osservare come siamo DIVISI CONTRO NOI STESSI. Quindi, pensiamo in un modo e agiamo in un altro. I nostri pensieri non penetrano dove arrivano i nostri sentimenti.

Crediti
 Anthony Blake
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Quotes casuali

Poco importa che voi possiate dirvi puri: quand'anche poteste, isolandovi, rimanere tali, se avete a due passi la corruzione e non cercate combatterla, tradite i vostri doveri. Poco importa che adoriate nell'anima vostra la verità: se l'errore governa i vostri fratelli in un altro angolo di questa terra che ci è madre comune, e voi non desiderate e non tentate, per quanto le vostre forze concedono, rovesciarlo, tradite i vostri doveri.Giuseppe Mazzini
Dei doveri dell'uomo
E ti chiedi: Dove sono i tuoi sogni?, e scuotendo la testa dici: Come volano in fretta gli anni!. E di nuovo ti chiedi: Che cosa hai fatto con i tuoi anni? Dove hai sepolto il tuo tempo migliore? Hai vissuto o no?. Diciamo a noi stessi: “Guarda come nel mondo si gela. Passeranno ancora altri anni, a loro seguirà una triste solitudine, arriverà la vecchiaia barcollante sulle grucce, e poi l'angoscia e la tristezza. Impallidirà il tuo mondo fantastico, svaniranno, appassiranno i tuoi sogni, e cadranno come le foglie gialle dagli alberi.Fëdor Dostoevskij
Le notti bianche
È facile amare qualcun altro, ma amare ciò che sei, quella cosa che coincide con te, è esattamente come stringere a sé un ferro incandescente: ti brucia dentro, ed è un vero supplizio. Perciò amare in primo luogo qualcun altro è immancabilmente una fuga da tutti noi sperata, e goduta, quando ne siamo capaci. Ma alla fine i nodi verranno al pettine: non puoi fuggire da te stesso per sempre, devi fare ritorno, ripresentarti per quell'esperimento, sapere se sei realmente in grado d'amare. È questa la domanda – sei capace d'amare te stesso? – e sarà questa la prova. […]Amare sé stessi Carl Gustav Jung