Inoltre, più alto è l’intervallo in cui i livelli sono portati nella congiuntura esperienziale, più acuta e urgente è l’esperienza della realtà duale, fino a quando non viene raggiunto un confronto più centrale, il punto di separazione esplosiva, l’energia primordiale della Shakti. Il nostro senso primitivo del dualismo di mente e corpo è una versione debole e vaga dell’esperienza primaria, ma ci consente di acquisire una certa comprensione ed è cruciale per la vita della nostra forza. Il vecchio tema della mente e del corpo che ha dominato la filosofia per così tanto tempo in Occidente, diventa una vera questione personale una volta che ci rendiamo conto che ciò che pensiamo e ciò che diciamo non sono la stessa cosa anche quando vogliamo dire ciò che pensiamo. Nella vita ordinaria, questo fatto elementare è oscurato dalla stessa programmazione del comportamento sociale fortemente permeato di ipocrisia. Più precisamente, il nostro discorso è nel mondo degli altri e ci sentiamo determinati da loro. Le nostre menti ci appaiono private e nascoste. Da ciò derivano le vaste assurdità della vita umana. Quasi tutti i malintesi umani si basano, come ha sottolineato J. G. Bennett, sul giudicare gli altri da ciò che dicono e fanno, e noi stessi da ciò che comprendiamo. Tutti i giochi non riposano forse su questo malinteso? L’infinita frustrazione del linguaggio nella vita crea in noi una tremenda intensità quando siamo in grado di essere consapevoli del pensiero nascosto di un personaggio sul palcoscenico – di ciò che non può o non vuole dire, ma che dà il significato a ciò che infatti sta dicendo. Il discorso nascosto e privato di un personaggio è una preoccupazione centrale di ogni attore maturo (semplicemente in termini di Cosa sta pensando quando lo dice?). Non può solo pronunciare le parole scritte; perché il personaggio osserva gli altri e ha un potenziale di osservazione di sé in loro presenza. L’incapacità di parlare con la mente equivale a vivere in un mondo di sogni, uno stato che ha il potere di distruggere il caos nei rapporti con gli altri. L’atto di comunicazione tra personaggi significativi sconfina sempre nella condizione di crisi. La separazione tra mente e comportamento, il contrasto del dialogo effettivo con lo pseudo dialogo interiore, è solo la forma più bassa del dualismo che segna l’esistenza umana. Quella che viene chiamata mente ha una gamma di significati dalla banalità del dialogo interiore ai sentimenti e alle immagini più sottili. Fondamentalmente, è il mondo dei sogni. Essa, a sua volta, può essere osservata. La confusione sorge quando la mente è considerata cosciente.
La crisi dell’auto-osservazione nel personaggio teatrale
Crediti
Ancora nessun commento