Pudore che non si lascia afferrareBisogna superare le totalità, le salvezze, i fini-della-storia e le verità-ultime, tutti gli «incantesimi» così come tutte le «soluzioni finali». Bisogna imparare che questi incantesimi sono dietro di noi, perché non sono più nostri, non incantano più nulla. Bisogna anche pensare che nel cuore di ogni affermazione dei mondi antichi ci fu sempre anche, in ultima istanza, un sapere del nulla. Sempre, in qualche modo, e in ogni aspetto del reale, un sapere di non-sapere o un sapere del nulla era intimamente presente nelle credenze, e forse come loro ultima e sovrana verità. Il nichilismo non ha solo spopolato il cielo e desertificato la terra: ha anche esposto questa verità più antica di sé. L’ha messa a nudo. Per il presente del nostro tempo, e per il suo avvenire prossimo, bisogna stare in questa nudità. Non bisogna rivestirla: bisogna guardarla, come ogni nudità, con il pudore che esige ciò che non si lascia afferrare.

Questo pensiero è difficile. È «terribile» nella misura in cui non colma il baratro né l’angoscia del nulla. Non si confonde con un carpe diem. Non affronta neppure il niente con aria di sfida o di arroganza, né col piacere amaro di votarsi al peggio. Pensa un sapere che, in conclusione, sa di non essere altro che non-sapere. Ma, giungendo in questo modo fino alla propria estremità di pensiero e sperimentando la difficoltà del suo gesto, sa anche che tocca la verità. L’affermazione di questa verità si sottrae non appena la si tocca, e in questo è vera.

Crediti
 Jean-Luc Nancy
 Nichts jenseits des Nihilismus
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Quotes per Jean-Luc Nancy

Lo sento distintamente ed è molto più forte di una sensazione: mai l'estraneità della mia propria identità, che pure mi è sempre stata presente, mi ha toccato così intensamente. Io è diventato chiaramente l'indice formale di una concatenazione inverificabile ed impalpabile. Fra me e me c'è sempre stato uno spazio-tempo: ma adesso vi è l'apertura di un'incisione e l'irriconciliabile di un'immunità contrariata.  L'intruso

La comunità deve essere vista come uno spazio di incontri e scambi.  Comunità

Il coronavirus in quanto pandemia è, a tutti gli effetti, un prodotto della globalizzazione. Ne precisa i tratti e le tendenze, è un libero-scambista attivo, combattivo ed efficace. Partecipa al grande processo attraverso il quale una cultura si dissolve, mentre si afferma qualcosa che, più che una cultura, è un meccanismo di forze inestricabilmente tecniche, economiche, dominanti ed eventualmente fisiologiche o fisiche (si pensi al petrolio o all'atomo).  Un virus troppo umano

L'intruso, viene in realtà da dentro, è nessun altro se non me stesso e l'uomo stesso. Non è nessun altro se non lo stesso che non smette mai di alterarsi, insieme acuito e fiaccato, denudato e bardato, intruso nel mondo come in se stesso, inquietante spinta dello strano, conatus di un'infinità escrescente.

Non lasciarsi ingannare è un imperativo che viene prima del sottrarsi al contagio