Fra i cosiddetti colori e i cosiddetti visibili, si ritroverebbe il tessuto che li fodera, li sostiene, li alimenta, e che, dal canto suo, non è cosa, ma possibilità, latenza e carne delle cose. Lo sguardo avvolge, palpa, sposa le cose visibili, come se le sapesse prima di saperle, esso si muove a modo suo nel suo stile regolare e imperioso, e nondimeno le vedute che ho non sono vedute qualsiasi, io non guardo un caos, ma delle cose, cosicché non si può dire se è lo sguardo o sono le cose a comandare. Dobbiamo abituarci a pensare che ogni visibile è ricavato dal tangibile, ogni essere tattile è promesso in un certo qual modo alla visibilità; e che c’è sopravanzamento, sconfinamento, non solo fra il toccato e il toccante, ma anche fra il tangibile e il visibile che è incrostato in esso, così come, reciprocamente, il tangibile stesso non è un nulla di visibilità, non è privo di esistenza visiva. Lo spessore di carne fra il vedente e la cosa è costitutivo della visibilità propria della cosa come della corporeità propria del vedente; non è un ostacolo che si interponga fra essi, ma il loro mezzo di comunicazione. È per la stessa ragione che io sono nel cuore del visibile e ne sono lontano: la ragione, cioè, che esso è denso e, con ciò, naturalmente destinato ad essere visto da un corpo. Ciò che si chiama visibile è una qualità pregnante di una trama, la superficie di una profondità, una sezione su un essere massiccio, un grano o un corpuscolo portato da un’onda dell’essere. Diciamo quindi che il nostro corpo è un essere a due fogli, da una parte cosa fra le cose e, dall’altra, ciò che vede e tocca. Il corpo non è semplicemente cosa vista di fatto (io non vedo la mia schiena), ma è visibile di diritto, cade sotto una visione ineluttabile e al tempo stesso differita. Reciprocamente, se tocca e vede, non è perché abbia i visibili davanti a sé come oggetti: essi gli stanno intorno, entrano anzi nel suo recinto, sono lui, tappezzano dall’esterno e dall’interno i suoi sguardi e le sue mani.
Articoli simili
A proposito di (presunti e presupposti) congiunti…
18/02/2020Il Vaticano è senza dubbio la più vasta e potente organizzazione privata che sia mai esistita. Ha, per certi aspetti, il carattere di uno Stato, ed è riconosciuto come tale da un certo numero di governi.
Winston, come fa un uomo a esercitare il potere su un altro uomo?
18/09/2015Bravo, facendolo soffrire. Non è sufficiente che ci obbedisca. Se non soffre, come facciamo a essere certi che non obbedisca alla nostra volontà ma alla sua? Potere vuol dire infliggere dolore e umiliazione. Potere vuol dire ridurre la mente altrui in pezzi che poi rimetteremo insieme nella forma che più ci parrà opportuna.
Ognuno è per sé stesso un dogma supremo
20/12/2014Noi tutti crediamo a molte più cose di quante non pensiamo, alberghiamo intolleranze, coltiviamo prevenzioni sanguinose e, difendendo le nostre idee con mezzi estremi, percorriamo il mondo come fortezze ambulanti e irrefragabili.
Ancora nessun commento