La Storia non mi contempla, io mi rifiuto d’essere nella Storia, mi rifiutavo da bambino: scusate la mia incoscienza civile, non sono un barbaro né un incivile, ma il mio controlinguaggio è barbarico.
Non è barbaro, non sono un incolto, non sono un incivile, sono un capolavoro. Attenzione che qui la vanità è finita: qui non c’è più vanità.
Avevo notato una cosa simile in Nietzsche: basta produrre capolavori, bisogna essere dei capolavori. Indubbiamente parla dell’estetica con l’etica a braccetto, della fine dell’identità nella volontà di potenza. Che è il disfacimento del concetto di soggetto.
Qui non c’è più vanità
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